mercoledì 21 luglio 2010

Referendum, per l'acqua pubblica consegnate un milione e 400 mila firme

Il 19 luglio a Roma sono state consegnate alla Corte di Cassazione 1.402.432 firme in calce ai tre referendum per portare sotto la gestione ed il controllo pubblico il bene comune acqua. La straripante cifra di firme raccolte per abrogare le tre norme principali che obbligano a privatizzare il servizio idrico ed equiparare l’acqua a merce di speculazione e profitto, consegna alla storia di questo Paese un dato mai raggiunto. La prossima primavera, con ogni probabilità, si andrà dunque alle urne, considerata la soglia necessaria per l’ammissibilità del referendum di 500 mila firme, e i tempi necessari per la verifica e per l’organizzazione della consultazione. Slogan della campagna referendaria: «L'acqua non si vende». L'acqua, sostengono i referendari, è un bene essenziale che appartiene a tutti: nessuno può appropriarsene, né farci profitti. «Sintetizzando i 3 quesiti – spiega Paolo Carsetti del Comitato promotore – si potrebbe dire "fuori l'acqua dal mercato, fuori i profitti dall'acqua». Si chiede l'abrogazione dell'articolo 23-bis della legge 133/2008, che colloca tutti i servizi pubblici essenziali locali sul mercato, compresa la gestione dell'acqua pubblica in Italia; dell'articolo 150 del Codice dell'ambiente relativo alla scelta della forma di gestione e alle procedure di affidamento; del comma 1 dell'articolo 154 che prevede che la tariffa costituisce corrispettivo del servizio pubblico integrato ed è determinata rendendo conto di una adeguata remunerazione del capitale investito. Il combinato disposto dei tre quesiti comporterebbe, per l'affidamento del servizio idrico integrato, la possibilità del ricorso a enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni), o a forme societarie che qualificherebbero il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente "privo di rilevanza economica", di interesse generale e scevro da profitti nella sua erogazione.

Acqua gratis ai poveri, per ora un bluff
La delibera scritta e approvata dalla giunta è pronta già da tempo, ma il disciplinare ancora non esiste

Nessun commento: