Vico Equense - Con una lettera inviata al prefetto, e pubblicata quest’oggi sul quotidiano Metropolis, Pasquale Cardone motiva la sua scelta di dimettersi da Consigliere Comunale. “Con il passare dei mesi – scrive Cardone - ho assistito ad un crescendo di scortesie istituzionali nei miei confronti, fatte di silenzi, omissioni ed intimidazioni. Basta leggere gli atti per comprendere che molte questioni lasciano ancora oggi legittimi dubbi. Ad esempio: la negazione di atti e documenti amministrativi, richiesti nell' esercizio delle mie funzioni; l' espletamento di alcuni concorsi e le relative assunzioni al Comune; alcuni contratti di Consulenza con professionisti esterni; l'uso discutibile di risorse finanziarie nei lavori pubblici; si evidenziano, ad esempio, le centinaia di migliaia di euro spesi nell'ammodernamento delle reti tecnologiche senza progetto e senza alcuna procedura di gara; il riconoscimento di maggiori somme alla Società che gestisce la pubblica illuminazione, fatto con una delibera di Giunta che suscita perplessità; l'aggiudicazione e l'iter di tanti altri appalti pubblici, quali Piazza Kenendy, Raffaele Bosco, ampliamento della Scuola di Arola, Palazzetto dello Sport, viabilità interna. Ma anche l'inversione di 180 gradi nelle politiche sociali e nella raccolta dei rifiuti solidi urbani con l'uscita dal Piano Sociale di Zona e dalla Società Terra delle Sirene. I tanti procedimenti penali aperti a carico di amministratori e funzionari comunali. Aggiungo – continua Cardone - e rilevo: la gravità del comportamento del Sindaco. In cinque anni, nonostante sottoposto a pesantissime accuse politiche ed oggetto di alcuni procedimenti penali a suo carico, dentro e fuori il Consiglio Comunale, non si è mai elevato al dovuto confronto, neanche quando ha licenziato un'intera giunta scatenando pesanti affermazioni sul suo operato da parte degli Assessori esonerati. Ebbene, su questo ed altro mi sarei aspettato un ruolo indipendente, forte e consapevole del Consiglio Comunale; questo anche per dissipare quei dubbi sopra richiamati. Invece, come detto, ho dovuto registrare l'inasprimento dello scontro politico che andava di pari passo con il crescere del mio disagio a svolgere le funzioni di Consigliere Comunale. L'esigua minoranza consiliare rimasta ed in particolare chi scrive, è stata messa all'angolo, costretta a subire una massacrante azione demolitoria fatta di limitazioni, contrasto, impedimenti ed, in alcuni casi, di intimidazione, come dimostrano ampiamente i verbali del Consiglio Comunale e le note inviate dallo scrivente alle autorità sovracomunali competenti. In tutto questo va evidenziata una responsabilità politica del Presidente del Consiglio Comunale, che avrebbe dovuto e potuto, forte della sua esperienza, svolgere la propria funzione con maggiore determinazione ed autorevolezza. Nonostante tutto, pensavo di resistere fino alla fine della Consiliatura. Non mi è stato possibile. Dopo aver appreso il contenuto degli ultimi atti amministrativi, ho ritenuto che la misura è colma e ho deciso di rassegnare le dimissioni e rompere definitivamente con questo Consiglio Comunale eletto nel 2006, il quale, a mio parere, ha da tempo esaurito, senza appello, la sua funzione istituzionale. La mia non è una resa, ma una decisione consapevole e responsabile, proiettata alla continuazione del mio impegno, con maggiore dedizione e proficuità per dare alla nostra Città un Governo diverso rispetto a quello attuale. Un nuovo Governo cittadino che faccia della Legalità e della Trasparenza il fondamento dell' azione amministrativa. Rivendico con orgoglio quanto fatto da me in questa Consiliatura; penso di avere onorato e rispettato l'impegno assunto con gli elettori. Tutto è stato fatto nella convinzione che era mio dovere e che qualsiasi azione da me intrapresa non è stata mai influenzata da fatti o risentimenti di carattere personale.”
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