I manifesti campeggiano tristemente per le strade di Napoli: “Berlusconi ci regala un Natale pieno di spazzatura”. Sono stati affissi il 24 dicembre, si trovano ancora alla stazione, nei decumani alla Pignasecca. Ora tutto si può dire dei napoletani, che siano dei menefreghisti, pigri, arruffoni, indifferenti, ma non si può dire che siano dei fessi. Fessi no. I napoletani sanno da dove proviene l’emergenza rifiuti, sanno che si tratta di una colpa collettiva, della politica in primis, della camorra, dei napoletani stessi. Sanno che le disfunzioni del ciclo integrato dei rifiuti, i CDR non a norma, le incongruenze della FIBE, le discariche in zone a rischio, l’inceneritore insufficiente e fatto al risparmio, sono un retaggio del viceregno di Antonio Bassolino e delle amministrazioni di centrosinistra che per due decenni hanno spadroneggiato in Campania. Per questo il messaggio che si vuole far passare ai napoletani, in una città già stuprata nella sua bellezza, rasenta l’insulto all’intelligenza. Sulla questione rifiuti il Pd sbaglia gli slogan e le strategie. La politica dello scontro frontale e della demonizzazione dell’avversario politico, in una miscela stantia di antiberlusconismo e populismo, non inganna più nessuno. Emana un tanfo più intollerabile delle montagne di rifiuti stesse, quello dell’opportunismo politico al cospetto di colpe e responsabilità condivise. A Berlusconi sono di certo imputabili le fanfaronate sull’immediata risoluzione della nuova emergenza e l’incapacità di venire a capo di un problema più grande delle potenzialità di questo governo. Lucrare su quest’ultimo invece, nel tentativo di raschiare il barile del consenso con la propaganda politica pura, non fa altro che rendere il Pd simile a Ponzio Pilato. Il segretario regionale Amendola si è probabilmente reso conto di quanto imbarazzanti siano stati i manifesti e ha annacquato le velleità di battaglia del suo partito dichiarando che “la pratica dello scaricabarile non porta da nessuna parte. Come tante volte abbiamo ribadito, dalla vicenda rifiuti si esce solo attraverso un’intensa e leale collaborazione interistituzionale”. Se il Pd vuole recuperare i consensi perduti, a partire dalla Campania, dovrebbe riproporsi nella politica attiva delle idee e della presenza sul territorio, nell’attività e nel vigore dei circoli territoriali e non nella demagogia e negli slogan di tipo sudamericano. Imitare gli stili, i linguaggi e il sensazionalismo da Grande fratello che contraddistingue certi aspetti del berlusconismo non è di certo la via migliore per costruire un’alternativa. Il Pd deve smetterla una volta per tutte di essere soltanto il riflesso sbiadito delle proprie ossessioni politiche. (di Giovanni Bruner da Frontpage.it)
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