venerdì 11 gennaio 2013

Dominio

di Tonino Scala

Dominio, Cenni su produzione, riproduzione sociale, urbanità e natura nell’ideologia della globalizzazione edito dalla casa editrice Il Quaderno edizioni è il nuovo libro del dott. Mario Visone. Un libro interessante e lucido su ciò che sta accadendo nel mondo globalizzato. 112 pagine per entrare nella crisi, un modo per uscirne? Leggere una tesi accattivante e semplice. Ragionare intorno al futuro pensando al futuro. È questo il leitmotiv che accompagna il libro di Mario Visone. Un libro ricco di spunti e di riflessioni in un sud che secondo l’ultimo rapporto Svimez, ha bisogno di quattro secoli per eliminare il divario con il resto del paese. In cinque anni, dal 2007 al 2012, il Pil del Sud è crollato del 10%, tornando così ai livelli del 1997. Dal 2007 al 2011 nell'industria si sono persi 147mila posti di lavoro, il triplo rispetto al Centro-Nord. Non si può pensare al futuro se non si mettono insieme questi elementi. Un futuro che accanto alle misure di risanamento per la difficile situazione economica richiede la responsabilità attiva del settore pubblico, non come pura entità di spesa, bensì come capacità di delineare e perseguire una strategia per le aree più deboli. Occorre oggi più che mai prendere atto che nella crisi il Sud ha pagato già un prezzo molto alto con tagli significativi alle risorse per investimenti. Oggi più che mai bisogna trovare spazi per il sostegno, specialmente nel Mezzogiorno, dei processi di accumulazione di capitale produttivo e impedire così una spirale recessiva che potrebbe determinare effetti sociali ancor più drammatici. Rimettere al centro il sud e rifarlo da sinistra.

Una sinistra che per troppi anni ha subito il condizionamento ideologico del liberismo, dell’idea che la globalizzazione capitalistica fosse un dato ineluttabile e in fin dei conti benefico. In un periodo in cui si parla tanto di rottamazione Mario ci invita a ragionare e a riporre nel cassetto quei modelli culturali ed economici che hanno portato il paese e l’Europa ad una crisi senza precedenti. Una crisi che nasce quattro anni fa negli Stati Uniti e che ha prodotto un crollo della capacità di spesa da parte di larga parte della popolazione. L'America é stato per un certo periodo la spugna assorbente delle eccedenze produttive del resto del mondo, con la crisi degli Usa è entrata in crisi anche l’Europa. Ancor più della zona euro: edificio istituzionale disegnato su misura per l'economia tedesca. Uno schema istituzionale che ha generato e continua generare profonde asimmetrie e squilibri tra paesi relativamente forti e paesi relativamente deboli. Per non parlare della parte debole di un paese debole: il sud. Fino a quando la crisi non c'era queste differenze venivano nascoste e celate. Quando la crisi è esplosa, queste disarmonie, sono venute alla luce. I mercati hanno fallito, c'era una contraddizione interna che é esplosa a seguito della crisi e ci si é resi conto che i debiti, contratti per l'acquisto delle merci tedesche, erano insostenibili. I Tedeschi dicono che la colpa é dei paesi debitori, in realtà i tedeschi avevano costruito questo schema in base alla loro economia. Gli americani Lloyd Shapley, dell’Università della California, e Alvin Roth di Harvard, sono i vincitori del premio Nobel 2012 per l’Economia in virtù dei loro contributi alla «teoria delle allocazioni stabili» e alla «pratica del market design». Le ricerche premiate riguardano quelle particolari situazioni in cui il tradizionale meccanismo dei prezzi non può essere adottato per mettere in equilibrio la domanda e l’offerta del mercato e quindi deve essere sostituito da altri criteri. La politica nel terzo millennio e la sinistra hanno l’obbligo di individuare questi criteri e di percorrere nuove strade per uscire da un empasse, da una crisi che rischia di essere senza fine, per capovolgere un sistema che ha dimostrato numerose falle. Non si può continuare ad ascoltare il complesso che suona mentre la nave sta affondando come nel famoso film di Cameron “Titanic”. È giunto il tempo delle scelte serie e coraggiose. Mario con questo libro ci propone un’analisi, un punto di vista, delle strade percorribili che di fatto capovolgono le tesi dominanti: e se Mario avesse ragione?

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