domenica 17 giugno 2018

Il mare non è più blu: inquinate 5 spiagge dalle isole alla Costiera


Fonte: Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno 

Parte male la stagione balneare e la colpa non è solo delle incerte condizioni meteorologiche. I campionamenti di acqua marina effettuati durante la settimana dai tecnici dell'Arpac hanno evidenziato lungo la costa molteplici sforamenti nelle concentrazioni di enterococchi intestinali ed escherichia coli, batteri che, oltre un certo limite, rivelano una contaminazione del mare da scarichi fecali tale da sconsigliare la balneazione. I successivi controlli che l'Arpac effettuerà nei prossimi giorni potrebbero rivelare che il problema è stato risolto. Ad oggi, però, la mappa della balneabilità presenta buchi in costiera sorrentina, a Procida ed Ischia. A Vico Equense, nella località Bagni di Scraio, l'Arpac ha misurato nel campione prelevato il 13 giugno alle 11.20 escherichia coli fino a 2005 unità in 100 millilitri. Il limite affinchè un tratto di costa sia considerato balneabile senza rischi per la salute è di 500 unità. I tecnici hanno rilevato anche la presenza di schiume dense - probabilmente mucillagini - e di rifiuti solidi galleggianti.
 
Analisi negative pure a Meta di Sorrento, in due spiagge: Scutolo e Purgatorio. Nella prima il campione prelevato il 13 giugno alle 12.15 ha evidenziato concentrazioni di 2005 unità sia per gli enterococchi intestinali sia per gli escherichia coli. Per i primi la soglia che non dovrebbe essere superata è di 200 unità in 100 millilitri di acqua. Per i secondi, come detto poco più sopra, 500 unità. Identici i valori dello sforamento dei limiti batterici che l'Arpac ha rilevato alla spiaggia del Purgatorio, dove il prelievo è di pochi minuti successivo a quello effettuato a Scutolo. Sempre il 13 giugno i tecnici dell'agenzia per la protezione ambientale hanno prelevato acqua di mare davanti alla spiaggia di San Francesco, nel comune di Sant'Agnello. La concentrazione di enterococchi intestinali in 100 millilitri di acqua era dieci volte oltre il limite per la balneabilità. Quella di escherichia coli tre volte. Problemi, sia pure di entità molto più lieve, anche davanti alla spiaggia del Cimitero, a Procida, dove l'Arpac il 12 giugno ha registrato un leggero sforamento nella concentrazione di enterococchi intestinali: 238 unità in 100 millilitri di acqua, 38 oltre il limite di legge. Identici valori ai Maronti, nel comune di Barano d'Ischia, dove i prelievi risalgono all'undici giugno. Proprio ieri il battello dell'Arpac è tornato a navigare davanti alle due isole dell'arcipelago flegreo per verificare se l'allarme è rientrato. Ma cosa può aver provocato questi problemi di inquinamento? «Nei giorni dei prelievi ed in quelli immediatamente precedenti - rispondono dall'Arpac - non si sono verificati temporali tali da giustificare l'entrata in funzione degli sfioratoi di troppo pieno, quelli che immettono a mare acque di fogna, in caso di piogge torrenziali ed in proporzioni con le acque bianche stabilite dalla legge, per evitare danni alle condotte». Una ipotesi, allora, è chela non adeguata manutenzione delle vasche dei troppo pieno, che dovrebbero essere pulite per impedire che i reflui arrivino a mare anche se piove poco, possa aver causato la fuoriuscita a mare di liquami. A Meta, per esempio, oppure a Sant'Agnello, dove alcune settimane fa il Wwf aveva segnalato la perdita di acqua nera dalla tubatura dello scarico di troppo pieno. C'è poi il solito giallo relativo ai divieti temporanei di balneazione. I sindaci dovrebbero emanarli non appena ricevono la posta elettronica certificata da parte dell'Arpac con i risultati negativi delle analisi. Fino a ieri, però, non si aveva notizia di alcun provvedimento. La mancata adozione delle ordinanze fa sì che alla fine della stagione estiva la Comunità Europea infligga sanzioni alla Regione Campania.

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