di Maurizio Sannino – Il Mattino Benito Capossela
Torre Annunziata - È stata personalmente Roberta, la figlia dell'ex dirigente del liceo «Pitagora-Croce», Benito Capossela, a consegnare l'assegno di cinquemila euro alla fondazione Santobono Pausilipon. Torre Annunziata si muove in nome della solidarietà e a sostegno della ricerca oncoematologica pediatrica. La cifra è stata raggiunta grazie ad una raccolta fondi che si è tenuta nel corso della manifestazione denominata «muovi il cuore» fortemente voluta dall'associazione «Asd la canoa di carta», guidata da Roberta Capossela, figlia del dirigente scomparso improvvisamente due anni fa mentre si trovava in tribunale a Napoli. Il frutto concreto di una giornata vissuta all'insegna della solidarietà, dei valori e della vita sana. Associazioni, scuole, cittadini, insegnanti, dirigenti di plesso e tanti, tantissimi giovani hanno affollato la tensostruttura all'interno del liceo, intitolata a Giancarlo Siani.
LE INIZIATIVE
Dai laboratori di psicomotricità per bambini dai 3 ai 6 anni agli allenamenti di taekwondo con il maestro Luca Cirillo; dai guantoni della «Boxe vesuviana», la palestra dei campioni alle visite cardiologiche del dottore Ciro Candido, passando per quelle di valutazione posturale del dottore Massimiliano Raiola; l'incontro conclusivo in una aula magna gremita:
«Muovi il cuore» è stato questo e tanto altro, un mix riuscito di sport, e solidarietà. «Sono felicissima per la partecipazione dice Roberta Capossela - per la grande dimostrazione di affetto verso mio padre, e di solidarietà dimostrata dalle persone che hanno partecipato. Questa manifestazione ha rappresentato il modo migliore per ricordare la figura di papà, che è stato un uomo del fare, dell'agire, delle cose concrete. A tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, va il mio più sincero ringraziamento». La scelta del Santobono, dopo aver contribuito lo scorso anno all'acquisto di un pulmino per la parrocchia di Don Pasquale Paduano, è spiegata da Roberta. «Quest'anno riprende ho avuto purtroppo modo di conoscere la triste realtà che vivono i bambini ricoverati in oncologia al Santobono, e ho pensato di fare qualcosa per loro, in nome di papà. Ho dovuto però affrontare un percorso molto difficile perché l'iter per diventare donatore è lungo, a causa delle tante persone che lucrano sulla beneficenza. Il liceo? Per dieci anni è stata casa sua, e casa nostra. Ogni volta che passo per via Tagliamonte me lo immagino al lavoro seduto alla sua scrivania
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