venerdì 15 dicembre 2023

Vico Equense. Mazzinga (con due z) alla conquista del Faito

Residenti e operatori: «Non fermate le opere». Giuseppe Tito propone un protocollo tra gli enti

Vico Equense - «Una possibile sospensione degli interventi in essere rappresenterebbe una iattura per l’intera comunità sul terreno della concreta accessibilità alle nostre abitazioni ed allo stesso tempo produrrebbe un incalcolabile danno per le attività economiche che continuano ad esistere e a resistere nonostante le enormi difficoltà riscontrate quotidianamente e legate ad un protratto e continuo abbandono del territorio». Ad affermarlo sono alcuni residenti e operatori economici del Faito, che hanno inoltrato una lettera al presidente del Consiglio, al governatore della Regione Campania, al sindaco della Città metropolitana e agli amministratori locali di Vico Equense, Castellammare di Stabia e Pimonte. Gli scriventi, all’interno della lettera, fanno riferimento anche alla denuncia presentata «dall’associazione Wwf attiva sul territorio della penisola sorrentina, riferita ai lavori pubblici di urbanizzazione primaria messi in opera dal Comune di Vico Equense sul territorio montano in argomento». Risale a qualche settimana fa un esposto - inviato alla Procura di Torre Annunziata, ai Carabinieri Forestali, alla Guardia di Finanza, alla Soprintendenza di Napoli ed al Parco dei Monti Lattari - corredato da dossier fotografico, ad opera dell’associazione Wwf Terre del Tirreno, la quale sostiene che i lavori stanno comportando, di fatto, il pericoloso taglio delle radici di centinaia di secolari alberature (pini neri, faggi e castagni) ai lati della strada, col rischio concreto di mettere a repentaglio oltre che la salute delle piante anche la loro stessa futura stabilità. «Stanno scavando trincee da mesi al lato della strada tranciando le radici su tutta la montagna per allocare impianti di illuminazione, condotte dell'acqua e corrugati vari.

 

I vari progetti sono finanziati dal Ministero, dalla Regione e dal Comune ma solo per il ripristino della vecchia illuminazione e non per i pali nuovi. Inoltre mancherebbe per l'impianto antincendio il nulla osta necessario del parco. Il WWF ha segnalato e documentato nei mesi questo ed altro ricevendone al momento solo piccate, puerili e diffamanti repliche da parte di chi dovrebbe amministrare al meglio il bene pubblico e controllare il rispetto delle regole» il commento di Claudio d’Esposito del Wwf. Nella lettera dei residenti e degli operatori, ora, viene ricordato l’inizio dell’antropizzazione del Faito e si parla poi di un «progressivo deterioramento a causa dell’assenza quasi totale di interventi manutentivi», sostengono ancora i residenti e operatori economici firmatari della lettera, che chiedono di «continuare, nel pieno rispetto della legge e delle normative di riferimento, il lavoro intrapreso per garantire la riconquista di un pieno diritto di cittadinanza e di vivibilità perduta». Intanto il consigliere metropolitano Giuseppe Tito con delega alla tutela del Monte Faito propone un protocollo d’intesa tra gli Enti. «Ho formalizzato, in qualità di delegato, la proposta al sindaco Gaetano Manfredi di sottoscrivere il protocollo tra gli enti proprietari del Faito - spiega Tito - quale atto propedeutico alla costituzione di un tavolo tecnico di programmazione e iniziativa cui seguiranno gli atti di attuazione degli interventi che saranno individuati».

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