venerdì 4 settembre 2009

Telefonini, che diatriba per un ripetitore

Sorrento - Lo scandalo del ripetitore in via delle Rose a Piano di Sorrento con la sua drammatica emergenza ha distratto tutta l'amministrazione comunale: dal sindaco, alla giunta, dall'opposizione al segretario comunale, fino ai caschi bianchi e assorbirà tempo prezioso anche alla Procura di Torre Annunziata e al Tribunale amministrativo regionale con gran carico di lavoro per studi legali civili e penali. Il primo cittadino ha trovato, fra una denuncia e l'altra, giusto il tempo di far affiggere un manifesto diffidando i coraggiosi bagnanti che, a Marina di Cassano, si avventurano in mare a non pescare cozze, ricci, patelle, granchi e scuncilli perché portatori di lievi infezioni quali epatite, tifo, colera, insignificanti diarree e mal di pancia. Ma perché preoccuparci tanto? La Campania è comunque all'ultimo posto fra le regioni italiane per la qualità delle acque e al primo posto per il calo del turismo mentre noi dobbiamo affrontare il grave problema della collocazione di un ripetitore di telefonia mobile. L'amministrazione comunale ha fatto intravedere la possibilità di spostare il mostro elettronico da via delle Rose ad altro luogo, avendo per giunta, e in tutta fretta, approvato un piano per le emissioni di onde elettromagnetiche. La nostra Costituzione parla chiaro: tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, ma con una leggera forzatura l'amministrazione, il comitato di agit-prop e moltissimi cittadini di prima classe abitanti del centro, sono felici di installare i ripetitori sulla testa di cittadini di seconda classe per punirli di abitare in periferia. Ma allora se le onde sono nocive lo sono per tutti e quindi vietiamo sull'intero territorio comunale i ripetitori e rinunciamo ai cellulari. Che fastidio sarebbe per i cittadini di Piano spostarsi a Meta o a Sant'Agnello per fare una telefonatina? Peccato che a questa brillante soluzione si opporrebbe la legge, peraltro la migliore al mondo, che recentissimamente, con una sentenza del Tar ha dato ragione alla Nokia contro il Comune di Sorrento e per la stessa e identica vicenda di Piano. Oggi in quello sfortunato Comune è in funzione un ripetitore in pieno centro ancorché camuffato da camino (per evitare ulteriori strascichi). Gli oppositori a quel ripetitore sarebbero così diventati: cornuti e mazziati! Ma non è così. E se i provincialissimi pianesi si recassero nella Città eterna o a Milano e alzassero gli occhi vedrebbero ripetitori sui tetti dei palazzi di Piazza Venezia, Via del Corso, Piazza del Popolo, o a Milano in Via Manzoni, Via San Babila, Via Verdi che proprio periferie non sembrano. Circa settatamila antenne in Italia fanno funzionare 65 milioni di cellulari e dimostrano che queste battaglie da retroguardia ci dovrebbero far solo vergognare. (Mariano Pane lettere al Mattino)

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