mercoledì 20 gennaio 2010

Ascensori, resta solo il cantiere

Vico Equense - Da sistema di mobilità alternativo tra il centro e la Marina d’Equa, a ennesimo caso di lite giudiziaria: è questa l’attuale fase della realizzazione del sistema di ascensori tra il centro urbano e l’area retrostante la spiaggia del Pezzolo. Un’idea che risale a circa trent’anni fa ma che nel 2007 è sembrata sul punto di concretizzarsi grazie all’appalto dei lavori. Invece, da tempo tutto è fermo ed è in atto un contenzioso tra il consorzio di Napoli che si aggiudicò l’apporto di 966mila euro finanziato con i fondi del Pit (patto territoriale della penisola sorrentina) e il comune di Vico Equense. Entrambi denunciano inadempienze contrattuali chiedendo reciprocamente risarcimenti di danni, mentre del contestato intervento, molto criticato dai Vas (Verdi ambiente e società) in quanto attenterebbe all’integrità della villetta comunale di Punta Paradiso, si ha ormai memoria solo tra le carte bollate. Così, dopo che due anni fa venne anche recintata l’area del cantiere, si è persa da tempo traccia anche della lapide marmorea che per decenni ha caratterizzato l’aiuola centrale dei giardini pubblici e che riproduceva una strofa della canzone «’A luggiata d’o paraviso», con versi di Francesco de Gennaro e musica di Clementina de Gennaro. Un inno ispirato alla bellezza del luogo da cui si ammira il panorama della Marina d’Equa, della dirimpettaia ex cattedrale della Santissima Annunziata e dell’intero golfo di Napoli. La lapide è scomparsa quando la villetta, termine popolare che a Vico Equense individua il luogo, venne parzialmente chiusa per consentire l’inizio dei lavori dell’impianto di collegamento degli ascensori, intervento poi posticipato perché oggetto di una variante a causa della vicinanza del sistema di mobilità con una abitazione privata. «Sarebbe opportuno che mentre si chiarisce la vicenda amministrativa giudiziaria – dice l’architetto Antonio Irlando, autore del volume Vico Equense che Bellezza - fosse almeno ricollocata la targa che ricorda sia la canzone che la stessa toponomastica della villetta, il cui nome di Paradiso è molto appropriato visto l’amenità del posto ed il panorama che offre». Un appello che potrebbe essere soddisfatto dal Comune con una spesa di poche decine di euro, restituendo alla città equana il nome e la storia di uno dei suoi angoli più caratteristici, non a caso scelto come set da sposi e fotografi per l’album del giorno più bello e da pittori di tutto il mondo per fissare il ricordo del loro soggiorno in costiera sorrentina. Infatti, a novembre del 2008 decine di pittori americani dai giardini pubblici di punta Paradiso, già allora senza targa celebrativa, dipinsero l’ex cattedrale e il suo costone in quadri di vario formato che ora fanno bella mostra in numerose abitazioni statunitensi. Un’analoga veduta, con in primo piano una panchina della villetta, è inoltre rappresentata nella serie delle celebri immagini italiane che figurano nella pubblicità di una nota casa di arredamento d’interni. Non soltanto il servizio è bloccato dunque, ma la prestigiosa zona è stata anche privata della targhetta di «riconoscimento». Un segnale che secondo molti in qualche modo, sottovaluta il prestigio dell’area. (Umberto Celentano Il Mattino)

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