Da Pompei a Sorrento migliaia di turisti tra carrozze roventi e blocchi in galleria
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Sorrento - Il treno per Napoli parte da Sorrento e si fa strada tra giardini di agrumi e pergolati, campi da tennis e case con piscina. Percorre i ponti a ridosso dei centri abitati di Sant'Agnello, Piano e Meta prima di imboccare il tunnel verso il viadotto di Seiano, un'imponente struttura che si staglia tra i crinali di due colline verdi e offre una vista mozzafiato sull'azzurro del golfo di Napoli. Poi il convoglio riprende il percorso verso Vico Equense, Castellammare e la fermata di via Nocera fino a Pompei. Raccontato così, anche un viaggio a bordo di un treno della Circumvesuviana può risultare un'esperienza piacevole. Ma la tranquillità lascia il posto al timore se si riflette sui ritardi ormai cronici, sugli scioperi sempre dietro l'angolo, sui raid sistematicamente messi a segno dai teppisti e sul binario unico. Già, perché tra Sorrento e Pompei si viaggia su un cosiddetto «binario semplice»: pochi pendolari sembrano farci caso, ma la linea è molto simile a quella tra Andria e Corato dove due treni si sono scontrati provocando la morte di 23 persone. La differenza la fanno i sistemi di sicurezza che, nel caso della Circum, sono talmente avanzati da ridurre al minimo le possibilità di un disastro come quello che ha recentemente funestato le Ferrovie del Nord Barese.
Il binario unico. James ha 32 anni ed è uno dei tanti turisti inglesi in vacanza in penisola sorrentina. È in attesa del treno per Napoli insieme alla fidanzata Hrir, quando riflette sulle condizioni dei convogli della Circumvesuviana: «II fatto che ci sia un binario unico è preoccupante, anche perché molti treni sono obsoleti e affollati fino all'inverosimile. Insomma, il viaggio potrebbe essere senz'altro migliore». In realtà, da Napoli a Torre Annunziata si viaggia sul doppio binario: ogni treno percorre una determinata rotaia a seconda del senso di marcia e questo sistema basta a escludere la possibilità di scontri frontali. È solo da Pompei a Sorrento che i treni percorrono lo stesso binario, con la conseguenza che gli incroci tra convogli avvengono all'interno delle stazioni sotto la supervisione della Dirigenza centrale operativa. «Sono pendolare di lungo corso racconta Nello, 1 Senne studente di Meta che per anni si è servito della Circumvesuviana per raggiungere il liceo scientifico di Sorrento -e, quando ho sentito la notizia dell'incidente in Puglia, ho immediatamente pensato al binario unico che abbiamo qui m Costiera. Ma non è questo a preoccuparmi perché la velocità dei treni è relativamente bassa e i controlli sono serrati: più del binario unico mi spaventano i vandali che infestano i convogli della Circumvesuviana soprattutto nel periodo estivo». I tunnel. Nel tratto a binario unico tra Sorrento e Pompei, i treni devono percorrere più di una galleria. A cominciare da quella tra Meta e Seiano, proseguendo con quella di Vico Equense per finire a Pozzano, la più lunga della linea per Napoli. Ed è qui che, a giugno 2014, un Metrostar rimase bloccato per più di un'ora e mezza a causa di un'avaria cui si sommò un improvviso black-out. Risultato? Centinaia di pendolari e di turisti diretti in penisola sorrentina furono costretti ad abbandonare il convoglio in fretta e furia per guadagnare l'uscita e contattare familiari e agenti di viaggio. «Fu un incubo-racconta uno dei passeggeri rimasti intrappolati al buio e senza aria condizionata - In quel treno non si respirava, non riuscivamo a comunicare con l'esterno e temevano che sopraggiungesse un altro treno». In realtà, uno scontro tra convogli sullo stesso binario è altamente improbabile. A escluderlo sono i sistemi di sicurezza di cui l'Eav si è dotato già nel 1979, quando un incidente frontale all'altezza di Cercola (quindi sulla linea di Sarno) costò la vita a 14 persone e provocò 70 feriti. Altrove il binario unico si snoda su ponti a strapiombo sui centri abitati, come nel caso di Sant'Agnello, o su sottili strisce di terra che si fanno largo tra gli alberi, come a Castellammare. «Ma la paura non è legata tanto al binario unico spiega Giuseppe, 39enne guida turistica - ma al fatto che si viaggi su treni obsoleti in cui i finestrini non si chiudono e d'inverno cade la pioggia. È per questo che preferisco viaggiare in auto». I sistemi di sicurezza. Eppure sul tratto «a binario semplice» tra Sorrento e Pompei la circolazione avviene in regime di blocco elettrico automatico: la linea è suddivisa in sezioni delimitate da segnali che servono a distanziare i treni. «Se un convoglio si trova in una sezione occupata perché sul binario è presente un altro mezzo - spiega un macchinista - scatta il segnale rosso di «via impedita». Questo esclude la possibilità di incidenti». Si tratta di un sistema adottato già alla fine degli anni Settanta. Prima di quel momento si circolava col sistema del blocco telefonico, proprio come lungo il tratto tra Andria e Corate dove pochi giorni fa si è verificato il disastro ferroviario. Al blocco elettrico automatico si aggiungono l'Atp, che arresta il treno in caso di anomalie sulla linea, e il cosiddetto «uomo morto»: i macchinisti devono azionare una specie di joystick ogni 30 secondi; in caso contrario, il convoglio va in emergenza e si blocca. Per molti passeggeri, però, non basta; «Come potrebbero mai darci sicurezza questi treni da terzo mondo? - chiedono provocatoriamente Dina e Pina, riabilitatrici psichiatriche di ritorno a Pompei dopo una giornata di lavoro a Sorrento Quando si viaggia su certi mezzi, non si può far altro che affidarsi al Signore».

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