di Sonia Bernardo, Assessore alle Pari Opportunità Comune di Massa LubrenseMassa Lubrense - Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per ricordare le vittime di maltrattamenti, abusi e femminicidi e per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere. Secondo il rapporto dell’OMS – Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne: diffusione e conseguenze sulla salute degli abusi sessuali da parte di un partner intimo o da sconosciuti – La violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi” Dall’inizio dell’anno sono 91 le donne vittime di femminicidio in Italia e durante i mesi di lockdown è stata uccisa una donna ogni due giorni dal proprio partner. La violenza contro le donne rappresenta una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, a ancora oggi spesso non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano. Occorre una grande azione di cambiamento culturale, perché questa è una battaglia che si vince su questo campo, a partire dalle giovani generazioni. Su questo aspetto sono fondamentali l'impegno delle famiglie e quello della scuola che deve essere per eccellenza luogo di parità, di uguaglianza, di rispetto e di non discriminazione.
Partiamo da lì per educare bambine e bambini, ragazze e ragazzi e costruire finalmente una società libera dalle violenza. Per questo motivo l’Amministrazione Comunale di Massa Lubrense si è rivolta alle scuole: nei tre istituti presenti sul territorio, venerdì 25 novembre , gli studenti potranno assistere alla proiezione di un corto dal titolo “Ti amo da morirNE” scritto diretto ed interpretato da Mena Vasellino. “Un femminicidio come altri. Lo spettacolo è un omaggio alle tante donne vittime di violenza domestica, con una particolarità: a raccontare al pubblico come sono andate realmente le cose e come si è arrivati all’epilogo finale, è la stessa vittima, che individua negli spettatori i tanti che assistono di solito a questi episodi devastanti arrogandosi il diritto di sapere tutto e che si disperano sempre tardi per non essere potuti intervenire prima. Un grido al mondo perché non si può assistere silenti quando le vittime sono in vita e piangerle disperatamente quando non c’è più nulla da fare. Quando restiamo in silenzio siamo tutti complici, sembra dire la protagonista, quando, rivolgendosi al pubblico, si chiede chi siano e dove sono stati fino a quel momento”.
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