martedì 20 novembre 2007

L’otto settembre dei diessini

Assieme a tanti militanti e dirigenti Ds ho condiviso tutto il percorso di formazione del Partito democratico. Esprimo, anche a nome di tanti compagni e amici che incontro, una grande amarezza sulla vicenda napoletana e su molti errori che hanno reso possibile la confusione e le cadute di stile che da mesi accompagnano a Napoli la nascita del Pd. Tra questi errori gravi c’è innanzitutto la condotta imperdonabile del gruppo dirigente napoletano dei Ds che, molto prima dello svolgimento delle primarie di ottobre, ha inopinatamente abbandonato il proprio posto di direzione e responsabilità. Una sorta di 8 settembre alla napoletana che ha lasciato migliaia di compagni, decine di sezioni del partito senza ordini né indicazioni di sorta. Uno scioglimento anticipato del partito che ha generato confusione e comportamenti penosi di tanti che hanno solo pensato a garantirsi un posto sull’ultima scialuppa di salvataggio. Alla testa di questa scomposta ritirata c’erano proprio quelli che avrebbero dovuto restare al proprio posto, pur sapendo che si andava verso la costituzione di un nuovo partito. Evidentemente il tema non è solo napoletano se è vero che da un giorno all’altro il segretario nazionale dei Ds è come scomparso, sostituito da Veltroni. Probabilmente l’accelerazione spasmodica del percorso è stata determinata dalla paura delle elezioni anticipate che, fortunatamente, non ci sono state. Proprio perché il clima politico si è disteso, io chiedo a tutti i dirigenti del costituendo Pd di dare adesso attenzione e ascolto alle organizzazioni di base di tutti i soggetti costituenti per evitare che la sindrome dell’8 settembre ne inneschi un’altra fatalmente, quella del “tutti a casa” per fare posto a un partito di capi corrente e di tanti feudatari dei territori della regione e della città. Sarebbe un errore tragico perché il Pd senza organizzazioni territoriali efficienti, organizzate e democraticamente costituite avrebbe subito il fiato corto. Altri sono molto più bravi di noi a praticare il terreno della politica virtuale o televisiva. Ma soprattutto si negherebbe una delle ragioni fondative del Pd, quella dell’incontro fecondo di esperienze e storie diverse se nella città, nei quartieri e nelle sezioni di partito non si incontra più nessuno. di Vincenzo Serio (Capogruppo Ds alla Municipalità San Ferdinando-Chiaia-Posillipo)

Pd, Caiazzo: "Un errorre arroccarsi in correnti" - Metropolis

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