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L'assessore regionale
Andrea Cozzolino attacca duramente, dal punto di vista politico, il sindaco di Castellammare,
Salvatore Vozza. Dichiarazioni tanto forti quanto improvvise, sulla spaccatura del Partito Democratico a Castellammare e sulla confusione politica che ne è derivata. A distanza di alcune ore da queste dichiarazioni, però, ecco la rivelazione: Cozzolino afferma di non aver mai pronunciato o scritto nulla del genere, e denuncia l'ingresso e l'uso da parte di estranei della propria posta elettronica. Un episodio "curioso" non c'è che dire, con le stesse agenzie di stampa costrette a fare retrofront nel pomeriggio di ieri. La mail "incriminata", come già accennato, parlava di una "manovra Vozza" avente lo scopo di logorare il Pd. «Una serie di atti assunti - si legge dalla mail rinnegata da Cozzolino - senza interpellare i partiti della maggioranza, invocando il diritto, riconosciutogli dalle norme vigenti, di esercitare senza vincoli esterni la sua funzione di sindaco e di assumere scelte insindacabili, ha causato una vistosa frattura all'interno del Pd. Una manovra messa in atto per dimostrare la sua forza politica a Castellammare, forza politica basata su una strumentale bugia. Non è vero che Vozza ha governato la città senza voler ascoltare, senza raccordarsi con i partiti della sua maggioranza. Non ha voluto ascoltare e si è rifiutato di raccordarsi con il solo Pd. Troppi hanno chiesto, inascoltati, di reagire ed il nostro errore è stato quello di non aver voluto ratificare, ufficializzare, la frattura creata al nostro interno da Vozza. Il sindaco resta un compagno di strada che ha cercato di logorarci a suo beneficio». Poche ore dopo, la rettifica dell'assessore Cozzolino: «La dichiarazione attribuitami a proposito delle vicende amministrative di Castellammare e del sindaco Vozza è del tutto priva di fondamento. Non ho mai detto, nè scritto, quelle frasi che non corrispondono al mio pensiero e alle mie opinioni. Ho predisposto un'indagine interna ai miei uffici per verificare come sia stato possibile che si sia potuti entrare nella mia posta elettronica e inviare una dichiarazione a mio nome».
(Francesco Ferrigno il Roma)
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