Nanni Moretti, in «Aprile», ironizzava così: «Io me li ricordo quelli della Fgci. Sono cresciuti vedendo Happy Days»: è la loro formazione politica, morale, culturale». Moretti alludeva più a Veltroni che a D’Alema, visto che quest’ultimo ha sempre preferito leggere «Ceti medi e Emilia rossa» di Palmiro Togliatti piuttosto che passare i pomeriggi davanti alla tivvù vedendo Fonzie (probabilmente, non sa neppure chi sia). Ma adesso, mentre i suoi compagni della vecchia Fgci festeggiano - per iniziativa di Livia Turco - i sessant’anni di Baffino alla Casa del Jazz, lui oltre a godere (senza farlo vedere troppo, perché il personaggio è fatto così) per gli auguri incassati regala a loro, a se stesso e ai 75mila spettatori della «sua» RedTv la propria conversione al telefilm americano. Nel nuovo palinsesto, allungato e rinnovato della televisione legata alla fondazione dalemiana «Italianieuropei», spicca infatti «Anni 60»: una serie ambientata dietro le quinte di un programma televisivo notturno americano, interpretato fra gli altri dalle star di «Friends», Mattew Perry, e di «The west wing», Bradley Whitford. Un D’Alema diventato un po’ veltroniano? Oddio, non scherziamo. Di sicuro, però, D’Alema sembra appassionatissimo, ormai, di televisione. Anche se ironizza sulla ”sua”: «Il fatto che io sia stato invitato soltanto tre volte, dimostra che RedTv non è l’emittente di D’Alema. E sono soddisfatto perché la sfida di offrire cultura ha avuto successo grazie alla materia grigia e sfidando i sospetti che, però, hanno fatto breccia». Una pecora rossa è il logo della nuova RedTv più polposa e ambiziosa. E nello spot di lancio, la pecorella viene fuori da un uovo sullo slogan: Tutto può cambiare. Open channel, open mind». E riecco l’americanismo. E addirittura - se Togliatti per avvicinarsi alle masse usava il fotoromanzo non si vede perché D’Alema debba demonizzare il reality show - in mezzo a tanta politica, e agli approfondimenti di tutti i tipi, alla cultura e alla satira come ingrediente forte di RedTv spunta anche il reality «Liberi nantes». Che in realtà è molto «verity», perché parla di una squadra di calcio composta da 25 rifugiati politici. E allora: storie nazional-popolari, politica, fiction. Antonio Gramsci, il quale sosteneva che l’egemonia culturale si conquista così, applaudirebbe. Ma, ovviamente, RedTv guarda avanti. In serata la festa con gli ex compagni della Fgci. Tra i presenti Pier Luigi Bersani, Claudio Velardi, Gianni Cuperlo, Marco Minniti, Franca Chiaromonte, Nicola Latorre, Franco Giordano, Chicco Testa, Claudio Petruccioli, Vasco Errani. (Mario Ajello il Mattino)
domenica 26 aprile 2009
D’Alema, fiction e amarcord Fgci
Nanni Moretti, in «Aprile», ironizzava così: «Io me li ricordo quelli della Fgci. Sono cresciuti vedendo Happy Days»: è la loro formazione politica, morale, culturale». Moretti alludeva più a Veltroni che a D’Alema, visto che quest’ultimo ha sempre preferito leggere «Ceti medi e Emilia rossa» di Palmiro Togliatti piuttosto che passare i pomeriggi davanti alla tivvù vedendo Fonzie (probabilmente, non sa neppure chi sia). Ma adesso, mentre i suoi compagni della vecchia Fgci festeggiano - per iniziativa di Livia Turco - i sessant’anni di Baffino alla Casa del Jazz, lui oltre a godere (senza farlo vedere troppo, perché il personaggio è fatto così) per gli auguri incassati regala a loro, a se stesso e ai 75mila spettatori della «sua» RedTv la propria conversione al telefilm americano. Nel nuovo palinsesto, allungato e rinnovato della televisione legata alla fondazione dalemiana «Italianieuropei», spicca infatti «Anni 60»: una serie ambientata dietro le quinte di un programma televisivo notturno americano, interpretato fra gli altri dalle star di «Friends», Mattew Perry, e di «The west wing», Bradley Whitford. Un D’Alema diventato un po’ veltroniano? Oddio, non scherziamo. Di sicuro, però, D’Alema sembra appassionatissimo, ormai, di televisione. Anche se ironizza sulla ”sua”: «Il fatto che io sia stato invitato soltanto tre volte, dimostra che RedTv non è l’emittente di D’Alema. E sono soddisfatto perché la sfida di offrire cultura ha avuto successo grazie alla materia grigia e sfidando i sospetti che, però, hanno fatto breccia». Una pecora rossa è il logo della nuova RedTv più polposa e ambiziosa. E nello spot di lancio, la pecorella viene fuori da un uovo sullo slogan: Tutto può cambiare. Open channel, open mind». E riecco l’americanismo. E addirittura - se Togliatti per avvicinarsi alle masse usava il fotoromanzo non si vede perché D’Alema debba demonizzare il reality show - in mezzo a tanta politica, e agli approfondimenti di tutti i tipi, alla cultura e alla satira come ingrediente forte di RedTv spunta anche il reality «Liberi nantes». Che in realtà è molto «verity», perché parla di una squadra di calcio composta da 25 rifugiati politici. E allora: storie nazional-popolari, politica, fiction. Antonio Gramsci, il quale sosteneva che l’egemonia culturale si conquista così, applaudirebbe. Ma, ovviamente, RedTv guarda avanti. In serata la festa con gli ex compagni della Fgci. Tra i presenti Pier Luigi Bersani, Claudio Velardi, Gianni Cuperlo, Marco Minniti, Franca Chiaromonte, Nicola Latorre, Franco Giordano, Chicco Testa, Claudio Petruccioli, Vasco Errani. (Mario Ajello il Mattino)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento