Basta con letterine, veline e attricette. "Le donne non sono gingilli da utilizzare come specchietti per le allodole, non sono nemmeno fragili esserini bisognosi di protezione e promozione da parte di generosi e paterni signori maschi, le donne sono, banalmente, persone. Vorremmo che chi ha importanti responsabilità politiche qualche volta lo ricordasse". Parole come pietre, firmate da Sofia Ventura sul magazine della fondazione FareFuturo vicina al Presidente della Camera. Il giudizio di Farefuturo è duro. Si parla di "una pratica di cooptazione di giovani signore con un background che difficilmente può giustificare la loro presenza in un'assemblea elettiva come la Camera dei deputati o anche in ruoli di maggiore responsabilità". Insomma An non sembra gradire l’ipotesi delle eurocandidate che provengono dal mondo dello spettacolo di cui si è parlato nei giorni scorsi nel Pdl. “Assistiamo” si legge nell’articolo di Farefuturo, “ad una dirigenza di partito che fa uso dei bei volti e dei bei corpi di persone che con la politica non hanno molto a che fare, allo scopo di proiettare una (falsa) immagine di freschezza e rinnovamento. Questo uso strumentale del corpo femminile, al quale naturalmente le protagoniste si prestano con estrema disinvoltura, denota uno scarso rispetto da un lato per quanti, uomini e donne, hanno conquistato uno spazio con le proprie capacità e il proprio lavoro, dall’altro per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima”. Il Presidente della Camera con una sua dichiarazione precisa: “Il Web Magazine della Fondazione FareFuturo non ha certo necessità di concordare con me ogni suo quotidiano intervento”. Una mezza bacchettata quella di Fini, che però nel concludere il suo comunicato non scomunica del tutto l’editoriale della sua fondazione parlando di “valutazioni comprensibili, ma eccessive”.
Europee, letteronze e la figlia di Bertolaso
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