martedì 21 aprile 2009
Non lasciamo al PDL l'iniziativa politica, il PD deve parlare un linguaggio nuovo
In un’intervista di qualche giorno fa, il nostro candidato alla presidenza della Provincia, Gino Nicolais, ha detto che «tra provinciali ed europee ci aspetta una campagna elettorale difficile». Lungi dal voler accendere una polemica interna al Pd e preoccupato unicamente dell’esito della tornata elettorale di giugno, vorrei chiedere a Nicolais se è consapevole che tra quarantacinque giorni la campagna elettorale, cominciata a tutti gli effetti da almeno un mese, sarà anche finita. All’indomani delle primarie ci siamo messi a disposizione di Nicolais per affrontare insieme, con spirito unitario e nell’interesse dell’intera coalizione una delle più difficili sfide elettorali degli ultimi anni, forse la più difficile: continuare con passo più spedito il difficile lavoro di cambiamento che abbiamo avviato e battere il centrodestra dopo la lunga stagione di governo che ci ha visti impegnati alla Provincia di Napoli, alla Regione e in tantissimi Comuni della Campania. Tuttavia, a distanza di un mese continuano a mancare da parte del nostro candidato presidente segni di una concreta volontà di lavorare insieme per vincere le prossime elezioni. Non un’iniziativa, non un’occasione di coinvolgimento, non un invito a capitalizzare il lavoro fatto nelle primarie e a fare fronte comune contro il centrodestra di Cesaro e Cosentino. Viceversa, c’è una presenza debole, che a molti appare addirittura svogliata. E invece ci sarebbe bisogno, specie in un passaggio delicato come questo e di fronte a un avversario con quel volto e quella storia, di mobilitare tutto il ‘popolo del centrosinistra’, rivolgersi a tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questo territorio, per dar vita con una nuova partecipazione a una stagione di governo caratterizzata da una visione innovativa, lungimirante, responsabile. Io credo che non si possa e non si debba lasciare al Pdl l’iniziativa politica in questa campagna elettorale nella quale sembra che il centrosinistra abbia meno proposte rispetto ai suoi avversari. Abbiamo governato per quindici anni e, con tutti i limiti sui quali va proseguito un confronto aperto e schietto, questa esperienza ci dà autorevolezza per poter dire in quale direzione occorra proseguire.Il dibattito sulla criminalità e sulla legalità ne è una dimostrazione. Il decalogo dei candidati contro la criminalità organizzata, le frasi di rito, le iniziative propagandistiche di questa o quella parte non sono la strada migliore per parlare ai cittadini della nostra area metropolitana su un tema così scottante. E’ l’idea stessa della politica che deve essere improntata a quella discriminante rappresentata dalla legalità e della lotta alla camorra. La legalità va costruita concretamente nelle nostre città, nella vita di tutti noi, nelle comunità, nelle istituzioni, nella cultura, nelle strutture formative. Dobbiamo saper affermare che non basta dirsi contro la camorra, ma è indispensabile combatterla con i fatti, mettendo in campo donne e uomini di elevata moralità, praticando politiche trasparenti, tenendo lontano dalle istituzioni ogni sospetto di connivenza illegale.Questo, io credo, è il linguaggio che dovremmo saper usare nelle poche settimane che ci separano dal 6 e 7 giugno. (Guglielmo Allodi)
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