martedì 21 aprile 2009

Comunità Montana Monti Lattari sull'orlo del fallimento

Per la Comunità Montana Monti Lattari è arrivato il momento della resa dei conti: in senso letterale. Poiché i bilanci dell'ente sorto dalle ceneri delle due ex Comunità Montane, quella amalfitana e sorrentina, hanno gonfiato le voci di spese in misura tale da lasciare una pesantissima eredità alla nuova gestione. Infatti la politica delle assunzioni a pioggia condotta dalle giunte precedenti ha appesantito le casse dell'ente con obblighi finanziari che adesso non è più in grado di onorare. I circa 40 stipendi che mensilmente la nuova Comunità Montana si trova costretta a pagare, vanno molto oltre le sue possibilità. Anche perché si tratta di un numero di impiegati sproporzionato rispetto gli standard previsti per il funzionamento dell'ente. E così, questa nuova Comunità Montana dei Monti Lattari che era riuscita a sopravvivere alla scure taglia-sprechi della finanziaria, quanto prima sarà costretta ad appendere da sola il cartello di “cessata attività”. Dove non è arrivata l'austerity del governo ci ha pensato la dura realtà dei numeri. Se fosse una qualunque attività commerciale si potrebbe parlare tranquillamente di fallimento, e il management che l'ha determinato potrebbe essere definito come composto da “dirigenti falliti” senza che ciò potesse essere considerata diffamazione. Trattandosi di un ente pubblico, il “fallimento” prende il nome meno crudo, ma sostanzialmente identico di commissariamento. Sarà la Regione Campania, quanto prima, a nominare un commissario liquidatore che provveda a garantire almeno i salari e il pagamento degli altri debiti. Questo di fatto sembra sia l'orientamento dell'attuale presidente Salvatore Grimaldi. Il quale dopo aver visto le rigidità imposte nel nuovo bilancio, avrebbe già espresso l'intenzione di gettare la spugna. D'altronde alla liquidazione della Comunità Montana non sembra esserci alternativa. La giunta regionale, secondo alcune indiscrezioni, non avrebbe alcuna intenzione di accollarsi il costo delle assunzioni effettuate per ragioni comprensibili ai fini del consenso nel territorio, ma incomprensibili sotto il profilo economico e normativo. Difficilmente gli impiegati verranno messi in mezzo ad una strada. Più realisticamente verranno ricollocati da qualche altra parte. Ma dove, come e quanti verranno spostati è ancora tutto da definire. Come da definire al momento è chi dovrà materialmente assicurare la liquidità necessaria per onorare il pagamento delle mensilità. Ciò che invece è chiaramente definita è la responsabilità di chi ha causato tutto questo. (èCostiera.it)

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