mercoledì 16 settembre 2009

Cesaro sconfessa il sindaco Gennaro Cinque

"Ascolti i cittadini". E smentisce interessi imprenditoriali del fratello

Presidente Luigi Cesaro, a Vico Equense i genitori protestano per la chiusura di tre scuole. Ma la sorpresa è scoprire che gli edifici saranno destinati a centri di benessere e palestre, un affare aperto ai privati in project financing. Ne sa qualcosa? «No, mi scuserà, ma di questa storia non so nulla. Davvero ci sono disagi per le famiglie di Vico Equense? Io sono il presidente della Provincia, li rappresento tutti, mi impegnerò». Scusi se insistiamo. Non solo il sindaco di Vico è del Pdl, Gennaro Cinque, ed ha avuto percentuali di consenso elevate. Ma voci malevole dicono che a quel business siano interessati proprio i suoi fratelli imprenditori. «Con ordine. Innanzitutto, mi chiamerò il sindaco Cinque: il primo cittadino deve sempre andare incontro ai propri concittadini. Oddio, non è che siamo proprio intimi, Cinque è più amico dei Martusciello, ma sempre lo stesso partito è». Le imprese dei suoi fratelli che costruiscono piscine e centri sportivi per molti enti locali sono interessate o no a Vico? «No. Lo escludo. Mi sembra assurdo. Anzi…. Guardi, io sono un politico trasparente, non ho segreti. Ora lo chiamo e glielo faccio sentire in diretta». Chiamare chi? «Sto chiamando mio fratello Aniello, eh, attenda, stia lì». Il presidente compone il numero, poi gli parla in presenza di altri testimoni. «Anie´, scusami. Ma tu per caso hai cose o progetti in vista a Vico Equense?», chiede il vertice della giunta provinciale al suo germano. Il sonoro non è in “viva voce”. Luigi Cesaro ascolta ciò che dice Aniello Cesaro per pochi minuti, senza replica. «Ah. Come immaginavo. No, niente a Roma non sono ancora andato». Poi torna ad offrirsi alle domande. Suo fratello non ha affari in corso a Vico. «Che vi dicevo? Non abbiamo segreti». Veramente, presidente, gira voce nel Pdl che ci sia un altro suo fratello, Antimo, ad occuparsi della polizia provinciale, il voluminoso corpo di sicurezza dell´ente da lei guidato. «No, quando mai. La sicurezza è in mano all´assessore Malvano». Sì, ma la delega alla polizia provinciale l´ha trattenuta lei, come mai? «Ah sì, ma perché vorrei fare una riforma che mi consentisse di distribuire qualche delega anche ai consiglieri». Magari per placare chi è scontento. «Anche. Certamente deve essere d´accordo il consiglio. Ci sono altre deleghe che si potrebbero dare». Per esempio, quella ai Grandi eventi che viene rivendicata con forza dal consigliere, nonché pupilla di Berlusconi, Francesca Pascale? «Esatto, anche quella delega lì. Ma sempre per merito, la Pascale è un consigliere che si impegna, ha il suo corso politico». Su Vico, per stringere: convocherà il sindaco? «Certo, lo scriva». Anche perché non si dica che nell´Italia di papi e veline serva più una beauty-farm che una scuola. «No, niente veline. Sono per la politica del fare. Come il nostro Presidente». (di Conchita Sannino da la Repubblica Napoli)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nata bella fiurella...