domenica 6 novembre 2022

La vita fuori tempo

di Filomena Baratto

Nella vita cerchiamo sempre di anticipare i tempi nel pervenire, quanto prima possibile, alle mete prefisse. Crediamo che assicurarci anzitempo il nostro futuro sia sinonimo di successo. Si corre per lo studio, la carriera, per ottenere tutto ciò che è all’altezza dei nostri sogni. In molti casi avviene realmente il miracolo di vedere realizzati i nostri progetti, ma non sempre sono poi sinonimo di felicità. La dedizione, la fatica per conseguirli, anche se ci premia, ci toglie poi tante altre cose che lungo il percorso non abbiamo potuto prendere in considerazione, impegnati a contrarre i tempi. E l’impresa è costruita su sacrifici e perdite, che pure ci sono stati durante il cammino. Può anche accadere che tutto ciò arrivi in ritardo. In questi casi era tanto il desiderio di ottenere quella determinata cosa, che il lungo tempo intercorso per portarla a termine, ce la fa gustare ancora di più. La vita scorre in pieno caos con fatti spesso in contrapposizione o sovrapposti e noi continuamente a scegliere mentre siamo intenti ad altro. I momenti che apprezziamo di più sono quelli che giungono senza stravolgerci e a nostra insaputa, come attimi sconnessi da una vita ordinata e ordinaria. Ogni cosa a suo tempo, come se l’abbinamento azione - suo tempo fosse la garanzia della sua riuscita. Le cose fuori tempo le consideriamo come falsi momenti, incapaci di darci quella felicità che crediamo sia più un’operazione premeditata lungamente. Nel corso della vita non tutto va secondo le nostre proiezioni, anche se si realizzano i nostri obiettivi: il caso gioca il suo ruolo, la fortuna ha le sue carte nascoste, la paura frena gli entusiasmi, e secondo l’epoca che viviamo, così cambiano anche i desideri, i progetti, i sogni. Strada facendo, tendiamo a modificarli in base alle nostre esigenze.


 

Pur progettando la nostra vita, dovremmo lasciarci un margine di approssimazione per accogliere ciò che non avevamo previsto ma che quando arriva si rivela importante quanto ciò che abbiamo prestabilito. La vita non preordinata, una sorta di fuori onda, va presa con la stessa partecipazione di quando abbiamo speso energie per un obiettivo centrato. Come arcieri, delle frecce che scagliamo, poche finiscono al centro o forse una o forse nemmeno quella, tutte le altre tutte le altre si distanziano dal cuore del bersaglio ma non sono meno importanti. Il nostro centro può trovarsi anche lontano, e siamo fortunati a finire in quella posizione che altrimenti non avremmo mai conosciuto. A che serve essere in tempo con la vita e fuori con noi stessi? Aver vissuto privi di ciò di cui avevamo realmente bisogno e che ci manca? A che serve correre se poi non arriva mai ciò in cui speriamo vivamente? Ottimizzare i tempi non ci garantisce di essere vincitori, ed essere fuori tempo non è sinonimo di perdente. I veri vincitori coltivano la vita non collezionano trofei. E’ importante non perdere il gusto delle giornate, i colori delle ore e il respiro degli attimi.

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