giovedì 27 marzo 2025

De Luca "Terzo mandato. Pd due volte miserabile non mi difende dal governo"

Il presidente attacca il modello Caivano "Vuoto di contenuti. Noi facciamo le cose concrete, da Roma solo propaganda" 

di Mariella Parmendola - La Repubblica Napoli 

Napoli - Quarantacinque minuti parlando di Napoli, attaccando Roma e concludendo con un impegno pubblico. Scandisce Vincenzo De Luca: «Sulla Campania decideremo qui a Napoli, comunque vada». È un avvertimento chiaro. Il presidente della Regione Campania non lascerà la scena vuota. Qualunque sia l'esito del ricorso presentato dal governo Meloni contro la legge regionale per sbarrare la strada alla sua terza ricandidatura, fissato il 9 aprile, lui resta in campo. Un avvertimento a chi si è rivolto alla Corte costituzionale per fermarlo: «Meloni e i suoi hanno paura di perdere». Ma soprattutto rivolto ai dirigenti del Pd, definiti dal governatore « due volte miserabili. E ipocriti. Sono attaccato per ragioni correntizie». Risponde con il suo solito linguaggio, tra ironia e schiettezza, alle domande di Ottavio Ragone, responsabile di Repubblica Napoli, e strappa applausi e sorrisi dalla platea di " Repubblica Insieme" a Scampia. « Sono invidioso di Zaia che sta finendo il suo terzo mandato in una serenità evangelica » . Per De Luca è in atto «da due anni un'aggressione riservata solo a me». Del Pd contrario al suo terzo mandato contesta le motivazioni, citando esempi. «Parlano di non concentrare il potere. E poi hanno candidato sei mesi fa in Liguria l'amico Andrea Orlando, 20 anni in parlamento, tre volte ministro. E vogliono fare lo stesso in Puglia con Decaro, sindaco di Bari per 10 anni e da due eurodeputato» . Quindi il governatore non intende farsi da parte, in ogni caso.


«Attenderemo il 9 aprile lavorando ai nostri progetti. La Regione Piemonte un anno e mezzo fa ha approvato la stessa legge della Campania, il governo non l'ha impugnata. La legge non è uguale per tutti». Un comportamento che si aspettava dagli avversari, «ma la cosa scandalosa è l'opposizione. Miserabili che non dicono nulla di fronte alla violazione del principio della legge uguale per tutti». Quindi va avanti. E si mostra ottimista, «siamo sereni. Il 5 aprile festeggiamo san Vincenzo e il 9 continueremo a festeggiare». Tra Meloni e il centrosinistra, almeno la prima « parla come mangia. A volte mangia male, ma si capisce quello che dice». Il Pd no, «c'è un problema drammatico di classe dirigente. Per quello che fa questo governo, il centrosinistra dovrebbe avere un consenso del 70 per cento. Invece se parlate con un imprenditore, un minuto dopo ti dice: e qual è l'alternativa? Non c'è. Né sul piano della coalizione, nei dei programmi, né della qualità politica. È il deserto». Guardando indietro, l'occhio sul passato è nostalgico: «Craxi faceva parte di una classe dirigente che aveva cultura, stile, senso della dignità della politica» . E quindi oggi in Campania deve decidere « chi conosce i problemi. E fa cose». Lungo l'elenco di interventi che De Luca rivendica sulle periferie: «il modello Caivano proposto dal governo è solo propaganda. Noi facciamo le cose concrete a Caivano e a Scampia». Parla di nuove strutture sanitarie, incentivi per favorire le assunzioni e le start up di nuove imprese. «Per fare queste cose si butta il sangue, che ne sanno», conclude. Applausi

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