sabato 22 marzo 2025

Rosso e bianco, torna l'antico vino dalle vigne di Pompei

Partnership tra il Parco e Feudi di San Gregorio per una "cantina diffusa" negli scavi. Zuchtriegel: "In 5 anni 50 mila bottiglie" 

di Mariella Parmendola - La Repubblica Napoli

«Pompei, una grande cantina diffusa. I turisti, arrivati da ogni parte del mondo, porteranno a casa non solo le nostre bottiglie di vino, ma l'esperienza di un'agricoltura dalle profonde radici nella storia». È questo, per Gabriel Zuchtriegel, il senso della nuova avventura cominciata ieri negli scavi. Con un lungo lavoro di ricerca alle spalle, che il direttore del Parco archeologico di Pompei fa partire dagli inizi degli anni Novanta. «Adesso però cambia radicalmente: in passato si sono dati in concessione terreni a produttori. Ora, il Parco archeologico è protagonista con il partner privato di tutto il percorso, che va da quando i vitigni sono stati ripiantati, fino all'utilizzo di antiche anfore per il trattamento del vino e la vendita, che avverrà qui». E, come ad ogni inaugurazione, il rito è stato rispettato con un brindisi. Al fianco di Zuchtriegel, Antonio Capaldo che, con il suo "Gruppo Tenute Capaldo" e le cantine Feudi di San Gregorio e Basilisco, rappresenta l'altro protagonista dell'operazione, destinata in cinque anni a produrre 50 mila bottiglie di vino.

A partire dalle piccole viti piantate con le tecniche romane nel giardino della Casa della Nave Europa, dove ieri gli esperti hanno spiegato come si seguiranno gli insegnamenti dell'agricoltura antica, «abbinati alle tecniche innovative » precisa Capaldo. Che aggiunge: «Non più solo vino rosso perché, come ci ricorda Plinio, nel vesuviano si produceva un bianco pregiato, utilizzando un vitigno greco». Forte dell'esperienza acquisita negli ultimi anni su alcuni vigneti, con la formula dell'alleanza pubblico- privato, si costruirà una vera a propria vigna "archeagricola" con un'estensione che nel tempo supererà i 6 ettari. L'azienda vitivinicola fa parte di un più ampio progetto, che sta interessando anche altre attività, quali ad esempio la valorizzazione e coltivazione degli ulivi, i progetti di agricoltura sociale nell'ambito della "fattoria sociale e culturale". Un percorso voluto da Zuchtriegel « anche per difendere un patrimonio naturale a rischio. Dobbiamo promuovere all'estero la nostra ricchezza in pericolo, visto l'abbandono delle campagne». Per farlo il patto con i privati è essenziale, « la strada vincente per raggiungere importanti risultati per tutto il territorio circostante - conclude il direttore - è a nostro parere il coinvolgimento di chi ha competenze specifiche». Contando sulla ricchezza del territorio, « a Pompei c'è veramente il suolo vulcanico di cui oggi si parla tanto, lo racconta la sua storia», ricorda Capaldo.

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