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Ciro Fiola e Margherita Aiello |
da Agorà
Vico Equense - Per la prima volta un rappresentante del Comune di Vico
Equense entra a far parte della
Giunta esecutiva della Camera
di Commercio di Napoli e provincia. A ricoprire questo prestigioso e
delicato incarico è Margherita
Aiello, imprenditrice vicana
e figura di riferimento da anni
nell'ambito economico e associativo del territorio.
La sua elezione rappresenta
un traguardo significativo per
la rappresentanza locale all'interno di un Ente pubblico fondamentale per lo sviluppo del
tessuto produttivo.
L'abbiamo incontrata per conoscere gli obiettivi che si prefigge.
Margherita, come si è arrivati
alla tua elezione? Il mio percorso nasce da un
impegno decennale nell'associazionismo di categoria, che
considero uno strumento fondamentale per dare voce alle
esigenze degli operatori economici. In questi anni ho lavorato per
portare proposte concrete, con
un atteggiamento costruttivo e
produttivo.
Questo cammino mi ha portata
per la seconda volta nel Consiglio generale della Camera di
Commercio e ora nella Giunta
esecutiva, eletta al suo interno
dopo la nomina del presidente
Ciro Fiola.
Insieme ai miei colleghi sentiamo il dovere di recuperare il
tempo perso durante il lungo
periodo di commissariamento,
e contribuire a rendere la Camera di Commercio di nuovo
uno strumento operativo per le
imprese.
Qual è il ruolo della Camera di
Commercio?
Deve essere un motore di sviluppo. Dove ci sono imprese
vive, c'è economia, c'è benessere diffuso.
Il nostro compito è sostenere chi lavora, chi rischia, chi continua a credere in questo territorio. Per farlo è fondamenta
lavorare in squadra, con spirito di collaborazione, superando personalismi e divisioni.
Parliamo della Penisola SoRrentina, quali le priorità?
La priorità è superare il municipalismo e ragionare in ottica comprensoriale.
La DMO (Destination Management Organization) va proprio in questa direzione
costruire una destinazione unitaria, riconoscibile, che sappia offrire esperienze integrate.
Sorrento è già un brand internazionale, Vico Equense sta costruendo la propria identità anche attraverso la gastronomia, gli altri comuni sono presenti. Ma il vero obiettivo è rompere i limiti del turismo stagionale. Serve una programmazione orientata alla destagionalizzazione, e dobbiamo continuare a lavorare lungo il solco già tracciato.
Monte Faito dopo la tragedie
della funivia, cosa fare per evitare lo stop alla ripresa che c'era stata negli ultimi anni?
Faito non è solo un luogo: è un richiamo.
É la montagna che ci guarda dall'alto, che custodisce silenzi, respiri profondi e un senso di pace che altrove si fatica a trovare. Negli ultimi anni aveva ricominciato a vivere, a farsi riscoprire, ad accogliere chi cercava natura ma anche qualcosa
di più profondo.
Ora bisogna lavorare per farle
continuare ad avere quella centralità che merita, affinché resti parte viva dell'identità del nostro territorio.
Con eventi, iniziative e una visione condivisa bisogna valorizzare la sua vocazione: essere
rifugio, ispirazione, spiritualità. Tocca a noi mantenerla viva. Commercio a Vico Equense,
come stanno le cose?
Il commercio a Vico Equense è una risorsa preziosa, capace di
dare ritmo e calore alle nostre strade, di custodire tradizioni e di raccontare ogni giorno l'identità del territorio.
Ogni attività commerciale rappresenta un'opportunità di incontro, di crescita e di bellezza
condivisa. L'impegno è quello di rendere
il commercio sempre più vitale e sostenibile in ogni periodo
dell'anno, creando occasioni che
valorizzino il nostro patrimonio
culturale e naturale, e che coinvolgano chi vive qui e chi sceglie
di visitare questi luoghi.
Ogni angolo della città può essere un punto di accoglienza, dove
scoprire qualcosa di autentico.
Sostenere il commercio locale
significa prendersi cura del cuore
pulsante di Vico Equense, affinché resti vivo, dinamico e capace
di ispirare.
Cosa si può fare?
Occorre costruire un percorso
strategico che accompagni i commercianti, li ascolti e li metta in
condizione di crescere.
Il commercio non va semplicemente sostenuto: va pensato
come parte di un ecosistema territoriale che tiene insieme economia, cultura e qualità della vita.
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