domenica 18 maggio 2025

Madrid

di Filomena Baratto

La molla per visitare Madrid è scattata da quando ho progettato di visitare il Museo del Prado, uno dei più belli e importanti al mondo. Sono sempre stata affascinata dalle opere del Velasquez e non vedevo l'ora di ammirare le sue tele da vicino. Arrivata all'aeroporto di Barajas, sono stata piacevolmente sorpresa dall' ordine, la pulizia e il silenzio, a quell'ora del pomeriggio, con pochi passeggeri in transito. Appena fuori, un tassista ha caricato i bagagli ci ed è partito per il centro, a circa 21 km dall'aeroporto. Imboccando l'autostrada mi sono guardata intorno immaginando la mancha, Don Chisciotte, alla mia destra ho visto Dulcinea, Sancho sull'asino, il ronzino al suo padrone... In macchina c'era un profumo intenso, lo stesso che ho sentito per le strade e nell'hotel. Ho capito più tardi trattarsi di un disinfettante. L'ho scoperto nel pomeriggio andando a piedi a visitare Piazza Mayor e Porta del Sol quando un'autobotte ha bagnato tutta la strada e ho potuto sentire lo stesso profumo di quando sono giunta all'aeroporto. Tornando all'autostrada, guardavo i palazzi maestosi, strutture immense, auto tutte uguali, la Toyota la più presente, anche per i tassisti. L'hotel centrale, confortevole. La prima uscita è stata di camminare per la città, da lì, a quattro passi, siamo giunti a piazza Mayor e poi a quella del Sol, la Gran Via, raggiungendo l'Almudena e Palazzo Reale che abbiamo visitato il giorno dopo. Il ritorno è stato faticoso. Prima di andare girando per la città ci siamo infilati in un ristorante e abbiamo pranzato alle tre.


All'ingresso ci hanno chiesto in che lingua dovevano fornirci il menù, ho risposto in italiano, ma lo avevano solo in spagnolo, francese e inglese. Il dramma non era parlare ma capire gli ingredienti delle pietanze. Il maitre è stato categorico: bisognava scegliere i piatti dal menù, punto. Non c'è stato un briciolo di collaborazione, anzi siamo rimasti a contemplare la carta a lungo. Abbiamo optato per quello del giorno, che sembrava più chiaro. Immaginavo come ci saremmo dati da fare noi per rendere tutto più semplice, se fossero stati loro gli ospiti. Un po' ci siamo arrabbiati per un'accoglienza non proprio carina, ma d'altra parte bisognava pur mangiare. Sono stata colpita da quella freddezza per non dire indifferenza nei nostri confronti. Eppure ci hanno dominato, prima ancora i Romani hanno conquistato la penisola rendendola una provincia, com'è possibile ignorare il passato e i legami. Mi sono informata su questo atteggiamento e mi hanno spiegato che tengono in considerazione i loro vicini, i francesi, e poi gli inglesi la cui lingua è internazionale. Tutta questa "cuginanza" di cui si parla tra noi non l'ho per niente vista. Eppure la mia origine, stando allo studio del mio cognome, e secondo le notizie degli avi, risale a quella spagnola, giungendo sino in Arabia. Ma è anche vero che Madrid è una città ricca, che si differenzia un po' dal resto della Spagna. Qui la gente è un po' diversa da come possono essere i valenciani o i barcellonesi. Madrid è una città pulita, opulenta, organizzata, silenziosa, dove non esiste il caos delle grandi metropoli. Ho apprezzato l'ordine, mai vista una carta a terra, la tranquillità, lo scorrere della vita in modo sereno e quasi senza tempo. Un po' più di vita di domenica nel quartiere latino, affollato e più festaiolo. Devo dire una città a misura d'uomo dove non mi dispiacerebbe vivere. Il secondo giorno è stato dedicato completamente al museo del Prado. Ero così contenta che mi sono svegliata presto, per le nove eravamo già in fila. Avevo prenotato i biglietti online, per cui ci siamo sbrigati subito. Appena entrati, posati i nostri zaini e soprabiti, è partita la maratona. Abbiamo visionato un numero considerevole di tele a cominciare da El Greco lasciandoci col fiato sospeso per le enormi opere dai colori brillanti, scene religiose e non; e poi Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Tiepolo... Finalmente il grande Velasquez, Goya, Rubens, Van Dyck, Sorolla, Zurbaran... Si continua ad ammirare le tele, talvolta con gli occhi al cielo, la guida in mano. Spesso esce fuori un "Oh" per lo stupore e la bellezza che si pone davanti. Le sale più affollate quelle del Velasquez, Goya, El Greco. Siamo usciti verso le sedici, dopo aver visto gran parte delle collezioni. La giornata, piovosa, e fuori una fila interminabile, senza mai scemare, sotto ombrelli colorati. La sensazione è stata, all'uscita, di voler rientrare di nuovo e non abbandonare il luogo. Tanti capolavori, uno accanto all'altro, abituano l'occhio alla bellezza da non volersene più staccare. Credo che ci ritornerò ancora. Il terzo giorno è passato per visitare il Palazzo Reale, altro luogo immenso e prezioso. All'uscita siamo andati alla Cattedrale dell'Almudena, di fronte. Il terzo giorno abbiamo camminato per la città e visitato altri musei oltre a un giro in pullman. Madrid è una città con tanto verde, strade ampie, negozi di ogni genere. Mi hanno colpito le librerie, dall'aria di boutique. Ogni libro è esposto come un oggetto raro, occupa uno spazio infinito. Emergono singolarmente dalla vetrina, sono posizionati come capi d'abbigliamento importanti. Molti testi sono posti sotto i riflettori, facendo risaltare il titolo, la copertina, la grandezza. A piazza Mayor gli extracomunitari hanno escogitato un modo per aggirare la polizia, fornendo il lenzuolo con la mercanzia di quattro capi di spago da chiudere al volo al passaggio degli agenti. Mi hanno incantato i palazzi, tutti imponenti e d'epoca, particolari; le strade ampie con traffico scorrevole e ordinato, tassisti di una calma serafica, disponibili. Abbiamo poi assistito alla processione il giorno delle Palme, è stata veramente toccante. Mi sembrava di stare in un borgo dalle nostre parti ma eravamo al centro di Madrid. Il cibo buono ma la nostra cucina è più varia e gustosa. Ci sono ricche insalate che ho apprezzato moltissimo, da sole costituiscono un pasto. Stranamente non abbiamo mangiato la paella e non ho visto molte pizzerie. In quella dove siamo stati, gestita da napoletani, non abbiamo gustato una buona pizza. Madrid è una grande capitale, elegante, il centro della Spagna. Una città ricca di storia, tradizioni, ben strutturata, al quinto posto nella classifica delle migliori città europee. Tra i parametri presi in considerazione: livability, lovability e prosperity. Subito prima, al quarto posto c'è Roma, questa la classifica del 2024. Tra le città più prospere in ordine: Roma, Barcellona, Istanbul, Milano. Madrid è come una regina che vive nel suo palazzo e non conosce la vita fuori, in una sorta di bolla protettiva e splendente.

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