domenica 21 settembre 2025

“Segua l’acqua”: il viaggio nel ventre di Napoli di Vittorio Del Tufo fa tappa a Sorrento

Sorrento - «Segua l’acqua». È l’esortazione del geologo cieco Carlo Siniparoli – una figura che ha la forza di un Tiresia moderno – a indicare la rotta al cronista Liam Boschi, protagonista de Il fiume scomparso (Castelvecchi, 306 pagine, 20 euro), il nuovo romanzo di Vittorio Del Tufo, vicedirettore de Il Mattino. È un consiglio che diventa chiave narrativa e morale: se nell’inchiesta giornalistica, come ricorda Generoso Picone, si segue il denaro per scoprire i colpevoli, qui si deve seguire l’acqua. Acqua che scorre, che riaffiora, che minaccia e salva. È la pioggia incessante che allaga la Napoli del 2016, è il fiume Sebeto sepolto nel ventre della città, è la memoria che ritorna come una sorgente mai prosciugata. Del Tufo costruisce intorno a questa immagine un romanzo che è molto più di un giallo: è un thriller civile, un’indagine sulle ferite e sulle contraddizioni di una metropoli fragile e vitale, che si prepara al G20 mentre è sconvolta da crolli, voragini, delitti. La struttura del libro è volutamente non lineare. Dalla Napoli contemporanea flagellata da piogge torrenziali, la narrazione scivola indietro fino agli anni Ottanta del progetto del Centro Direzionale, ai grattacieli disegnati da Kenzo Tange, alle palazzine del rione Luzzatti; e ancora più indietro, al 1343 del maremoto raccontato da Petrarca, alle macerie e ai rifugi della Seconda guerra mondiale. Il tempo diventa un ulteriore personaggio: non una cornice, ma una dimensione in cui i destini si intrecciano e il presente mostra di non poter prescindere dal passato. Napoli emerge come protagonista assoluta: reale e insieme mitica, sospesa tra la superficie e le cavità sotterranee, attraversata da un fiume leggendario che rappresenta la sua anima più profonda. Liam Boschi e la storica dell’arte Viola Rinaldi inseguono un disegno criminale orchestrato dallo “Squalo” Adriano Pulci Doria, figura di un potere borghese che supera la camorra e ne controlla i fili. Vittorio Del Tufo intreccia rigore documentario e invenzione letteraria, offrendo un romanzo che sa essere insieme avvincente e meditativo.

 

Con una scrittura tesa, precisa, restituisce la complessità di una città che non si lascia mai catturare in un’unica immagine. Il fiume scomparso diventa così un viaggio nel sottosuolo della metropoli e nella sua coscienza: un invito a riconoscere le fragilità di Napoli e a trasformarle in forza, a ritrovare – seguendo l’acqua – le radici di una comunità e la direzione per il suo futuro. Il pubblico di Sorrento potrà entrare in questa Napoli misteriosa venerdì 26 settembre, alle 18.30, nel Gentile Caffè Garden di Piazza Lauro, per un nuovo appuntamento della rassegna “Incontri d’Autore” organizzata dalla Libreria Tasso. Con l’autore dialogheranno lo scrittore Francesco Pinto, già direttore del Centro di Produzione Rai di Napoli, e il giornalista Antonino Siniscalchi. Sarà l’occasione per ascoltare dalla viva voce di Vittorio Del Tufo come è nato questo romanzo, frutto di anni di studio sulle viscere della città, e per riflettere sul rapporto tra cronaca, storia e letteratura. «Ho voluto scrivere un libro che fosse insieme un giallo e un atto d’amore per Napoli», ha spiegato l’autore nelle prime presentazioni. «Seguire l’acqua significa andare al cuore delle cose, guardare sotto la superficie, recuperare il filo che unisce passato e presente». Una sfida che riguarda ogni lettore, non solo i napoletani.

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