Fonte: n. f. da Il Mattino
Rosalba Giugni è la presidentessa di Marevivo, l'associazione che, con volontarie iscritti, dal 1985 si occupa della salute del mare col supporto di un comitato scientifico e giuridico, delegazioni territoriali e una divisione subacquea. Molto è stato fatto, ma cosa resta ancora da fare? «Il mare non è migliorato e non può farlo se non sono state fatte le azioni a monte. Abbiamo registrato un miglioramento, ma era fittizio: le acque erano meno inquinate perché non c'è stato il dilavamento della terra. Tornata la pioggia, è tornato a finire tutto m mare. Noi dobbiamo pensare che prima di tutto la terra deve essere ben protetta, per evitare che tutto finisca in mare». Nel 2011 siete partiti con il report e avete presentato il plastico delle aree costiere inquinate. Cosa. è cambiato in questi sei anni? «La gente è sicuramente più consapevole, c'è una presa di coscienza dell'opinione pubblica, L'allarme di Giugni «Quei bastoncini che tanto fanno male all'acqua» L'intervista soprattutto da parte dei giovani. Si conoscono i danni di cotton fioc, microplastiche e plastiche in mare. Si deve puntare sulla depurazione. I soldi ci sono, ma tornano indietro perché i progetti non vengono presentati e noi rischiamo anche di pagare sanzioni per il mancato utilizzo». Lei citava i cotton fioc. Nell'immaginario collettivo un bastoncino di plastica è innocuo, non si ragiona sui danni che può causare. Quali sono le vostre iniziative su questo tema?
«Oltre alla sensibilizzazione tramite incontri e campagne informative, m ballo in Parlamento c'è una nostra proposta di legge che prevede l'obbligo di utilizzare il cartone invece della plastica. Dieci anni fa riuscimmo a farla passare ma, per un vizio di forma con la Comunità Europea, con un ricorso al Tar si è bloccato tutto. Oggi l'abbiamo riproposta perché, con la nostra campagna "Emergensea", emergenza mare, uno dei temi è proprio questo: cosa può essere gettato nel water e cosa invece non deve assolutamente finirci». Tornando all'uso dei fondi, avete cercato un dialogo con le Istituzioni? «Abbiamo invitato la Regione Campania che, direttamente o indirettamente, gestisce gli impianti di depurazione. Hanno ritenuto opportuno non intervenire. Noi riteniamo però che il compito degli amministratori sia di investire nel modo adeguato i fondi a disposizione, quello dei cittadini sia controllare che questo venga fatto nel migliore dei modi».
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