martedì 24 ottobre 2017

Regione, senza laurea ma con ruoli da dirigente

La Corte dei Conti bacchetta Palazzo Santa Lucia sulla posizione di 44 dipendenti 

Fonte: Fabio Postiglione da Il Corriere del Mezzogiorno 

C'è un perito elettrotecnico che ogni anno percepisce seimila euro in più di stipendio rispetto a quanto dovrebbe avere. Un altro invece è diplomato all'istituto Nautico e ha una differenza salariale di 550 euro in più in busta paga ogni mese. La stessa «fortuna» anche per due con la maturità classica, uno allo scientifico, un geometra, cinque donne con qualifiche magistrali e tantissimi ragionieri, ben quindici, tutti con stipendi che superano i 2.500 euro netti al mese. Quarantaquattro persone che sulla scala piramidale dei dipendenti pubblici sono un gradino sotto ai dirigenti, soltanto con un diploma e non invece la laurea, così come previsto dalla legge. Ma dal 2004 sono diventati dipendenti pubblici di categoria D, quella sotto i manager, e ogni anno pesano sulle casse dello Stato quasi 160mila euro in più rispetto ai loro «colleghi». Benvenuti a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione. È questo quanto accertato dal Nucleo di polizia Tributaria in una indagine condotta dalla Corte dei Conti della Campania, con il viceprocuratore regionale Marco Catalano, coordinato dal procuratore capo Michele Cricchio, che affonda le radici nel passato, quando il «dominus» era Antonio Bassolino e che si è trascinata con Stefano Caldoro, persistendo ancora anche con Vincenzo De Luca.

Un danno erariale contestato a due dirigenti del settore amministrativo e contabile della Regione, Lucio Militari e Girolamo Sibilio che hanno ricevuto un invito a dedurre, equivalente ad un avviso di garanzia, nel quale sono contestati tutti i provvedimenti che hanno permesso un avanzamento di carriera «illegittimo» di quei 44 dipendenti che non hanno i titoli, ma che percepiscono stipendi quasi da manager. Ma è la scelta politica quella che la Corte dei Conti contesta: «Non è stato osservato il dettato normativo - c'è scritto nel provvedimento - che a seguito della programmazione del personale e a seguito della decisione politica di procedere alla assunzione all'esterno, si è proceduti alla indizione di un concorso. Si tratta di un comportamento grave e riprovevole tenuto dai due dirigenti che si sono macchiati di una grave ed inescusabile leggerezza. In maniera avventata e superficiale hanno deciso per la selezione senza la propedeutica attività di interpello». Ma cosa contesta la Procura contabile? L'illegittima indizione di un concorso avvenuto nel 2004 senza aver raccolto dal bacino di dipendenti pubblici in cassa integrazione. Tutto è partito da un «dettagliato esposto anonimo» che raccontava di come la Regione, all'epoca di Antonio Bassolino, aveva deciso di indire un concorso esterno aperto alla categoria B, quella per intenderci di livello più basso, e progressioni interne dalle categorie C e D.

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