martedì 23 gennaio 2018

AAA Terme di Stabia vendensi il sindaco «tenta» gli industriali

Incontro a Palazzo Partanna: Castellammare a caccia di 30 milioni 

Fonte: Fiorangela d'Amora da Il Mattino 

Castellammare di Stabia - Le Terme di Stabia cercano un compratore. Un'azienda o un'associazione di imprese in grado di rilanciare il termalismo nella città delle acque. Gli stabilimenti dove sgorgavano le 28 fonti curative stabiesi sono falliti uno dopo l'altro. Negli anni '80 il complesso delle «Antiche Terme» che si trova in piazza Amendola, a pochi passi dal mare e nel cuore della città, nel 2015 il parco idropinico, il centro congressi e l'edificio denominato «Nuove Terme» che oggi ha l’ ingresso murato per evitare raid vandalici e ulteriori danni alle strutture. Perché quei mattoni vengano rimossi e i cancelli riaperti, ieri nella sede dell 'Unione Industriali Biagio Vanacore, presidente della partecipata del Comune di Castellammare, la Sint, che detiene i beni immobiliari di Terme, il sindaco stabiese Antonio Pannullo e il suo vice Daniele Pesenti hanno incontrato imprenditori del settore turistico, ricettivo e medico. Un'assemblea presieduta dal direttore generale di Palazzo Partanna Michele Lignola, durante la quale gli amministratori stabiesi hanno illustrato il loro piano di salvataggio. Sostanzialmente una privatizzazione; la cessione a un soggetto privato della gestione di Nuove e Antiche Terme, dell'Hotel delle Terme e dell'ex Caserma Cristallina per un periodo di trent'anni, rinnovabile per altri trent'anni. Le fasi per centrare l'obiettivo, è stato spiegato, saranno due.


Il 7 febbraio sarà pubblicata una proposta di manifestazione d'interesse, seguita ad aprile dal vero e proprio bando di privatizzazione. L'incontro di ieri è stato il primo trampolino per un progetto ambizioso nel quale Castellammare si gioca gran parte del suo patrimonio. E del suo futuro. Tra gli imprenditori presenti c'erano il presidente e direttore di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci e Aurelio Crudeli, gli iscritti all'Unione industriale di Napoli con i suoi massimi rappresentanti nella sezione moda, alimentare, sanità, turismo e piccoli imprenditori tra cui i presidenti Carlo Casillo, Giovanni Sannino, Vincenzo Schiavone, Giancarlo Camero e Anna Del Sorbo. Al tavolo ovale erano seduti anche Riccardo Scarselli, proprietario dello stabilimento balneare "Bikini" di Vico Equense, Giovanni de Cesare del centro medico Me.Di di Castellammare, Gaetano Torrente dell'omonima azienda di pelati di Sant'Antonio Abate. «È apprezzabile la volontà del sindaco di Castellammare - ha commentato il direttore dell'Unione Industriali Michele Lignola - di portare all'attenzione del mondo delle imprese l'opportunità di investimento e rilancio competitivo di strutture così importanti, raccogliendo indicazioni utili alla predisposizione del bando da pubblicare». L'incontro quindi, è stato utile agli industriali per capire le opportunità future, ma anche agli stessi amministratori cittadini impegnati nella redazione di un bando che dovrà tenere conto di cosa il mercato oggi può offrire. «Questo approccio è previsto dalla nuova normativa sugli appalti pubblici - ha concluso Lignola - allo scopo di consentire la loro migliore aderenza alle specificità emerse dall'area di riferimento e alle valutazioni in termini di congruità economica e finanziaria espresse dagli operatori». Quanti soldi ci vorranno? Quanti dipendenti ci sono e che vincoli avranno i nuovi imprenditori nei loro confronti? Queste le prime domande che gli industriali hanno avanzato agli amministratori stabiesi. Dubbi ai quali in parte ha risposto il sindaco Antonio Pannullo: «Abbiamo sottolineato il valore sociale dell'investimento con particolare riferimento alla peculiare professionalità dei nostri lavoratori termali, che sono una risorsa e non una zavorra». Nelle Nuove Terme lavoravano 200 addetti: 100 stagionali e 100 a tempo indeterminato, ma poco più della metà erano a part-time. Per gli investimenti invece il piano - presentato ieri alla riunione da Salvatore De Falco della Ri.For.Med, l'advisor che lo ha redatto per 40mila euro - prevede diverse opportunità di intervento e quindi di spesa: fitto del ramo di azienda (consigliato dagli amministratori), partenariato pubblico e privato, project financing. «Se non sappiamo quali progetti verranno presentati non possiamo fare una stima di quanto c'è da investire - ha commentato il presidente di Sint Biagio Vanacore - continueremo la nostra fase di ascolto e presentazione andando anche in Regione Campania e alla commissione europea a Bruxelles, intanto stiamo preparando la manifestazione di interesse per i primi di febbraio». Di cifre quindi ancora non si parla, ma secondo l'ultima stima fatta da Invitalia nella primavera del 2017, per riattivare il termalismo e riaprire le strutture a Castellammare servono circa 30 milioni di euro.

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