domenica 28 gennaio 2018

Blindato De Luca jr, nasce il partito del governatore

Vincenzo e Piero De Luca
Salernitani in pole, Renzi: quasi un lanciafiamme, candidati professionisti della giustizia 

Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino 

Nella notte in cui si rischia la scissione e gli esclusi scoppiano in lacrime, a qualcuno riesce il colpo da maestro: piazzare dalla Campania una pattuglia di quattro se non addirittura sei parlamentari eletti. Chapeau. Due giorni al Nazareno, tra l'altro ieri e ieri (disertando anche un appuntamento con il premier Gentiloni), permettono il colpo da asso pigliatutto al governatore Enzo De Luca. Non solo il figlio Piero nel collegio di Salerno città (già un gol a porta vuota) con il paracadute a Caserta nel proporzionale ma anche Eva Avossa, vicesindaco del fortino deluchiano ma sconosciuta fuori le mura cittadine, che finisce appena dietro un big come il ministro Marco Minniti. Due elezioni sicure assieme a quelle dell'uscente Tino Iannuzzi (sua una delle due deroghe strappate a livello nazionale) e Franco Alfieri, il fedelissimo del governatore di cui è capostaff alla Regione. Ma può scattare anche Giulia Abbate (candidata trombata alle Regionali con Campania Libera e nel cda della Soresa) e, a sorpresa, nell'uninominale a Benevento. Senza contare il consigliere regionale Stefano Graziano che agguanta il posto da capolista a Campania 1 grazie anche alla mediazione di De Luca (il renzianissimo uscente Famiglietti, tanto per capirci, finisce lì ma solo al terzo posto).


«In Campania non dico che è arrivato il lanciafiamme ma qualche segnale bello e lo abbiamo visto. Avremo candidati professionisti della Giustizia», quasi si giustifica ieri sera Renzi, citando Paolo Siani e Marco Minniti, per ribaltare le accuse interne di non aver rinnovato le liste proprio in questa regione. È la giustificazione alla notte dei lunghi coltelli al Nazareno in salsa campana in cui vincono gli amici e, stavolta, anche gli amici degli amici. Con esponenti di governo che si ritrovano fuori e componenti della prima segreteria renziana finiti ora nell'oblio. Come la salernitana Sabrina Capezzolo esclusa proprio dalla corsa e Valentina Paris che con il suo quarto posto ad Avellino è seriamente a rischio. Dalla Farnesina sono ben due gli uscenti campani che dovranno faticare per l'elezione: i sottosegretari Enzo Amendola e Mario Giro. Il primo, napoletano e sponsorizzato da Paolo Gentiloni, si ritrova nel collegio del Senato al terzo posto (deve sperare che il capolista Gianni Pittella vinca nell'uninominale in Lucania) mentre il secondo è addirittura terzo a Salerno. Solo i fedelissimi renziani, ma di stretta religione "lottiana" e "gueriniana", possono dormire sonni tranquilli. Gli altri o pedalano o, nella maggior parte dei casi, sono fuori. Come l'ecatombe che si è abbattuta sulla mozione Orlando (sicura solo Camilla Sgambato a Caserta) ed Emiliano. Marco Di Lello, segretario uscente della commissione Antimafia, e il portavoce della mozione del guardasigilli Marco Sarracino, vengono fatti personalmente fuori da Renzi («Non li voglio», dice perentorio il segretario a Luca Lotti) mentre Simone Valiante (altro uscente), portavoce del governatore della Puglia, si ritrova senza nemmeno un collegio perdente in cui misurarsi. Garantiti, garantitissimi solo chi può assicurare nella prossima legislatura massima fedeltà a Matteo Renzi (capolista al Senato). Ipergarantiti anche i gueriniani come il consigliere regionale Lello Topo che si ritrova addirittura capolista nel proporzionale e la sua fedelissima Giovanna Palma (uscente) a un passo dall'elezione. Gennaro Migliore, sottosegretario uscente, dalle previsioni di un fuori regione diventa capolista a Pozzuoli (davanti la segretaria regionale Assunta Tartaglione) grazie all'intervento della Boschi mentre Maurizio Martina assicura il posto di capolista al sannita Umberto del Basso de Caro. Accanto, in Irpinia, Giuseppe De Mita, il nipote del leader di Nusco che ieri ha compiuto 90 anni. Per il politico centrista accolto a braccia parte tra i democrat nazionali (ma i locali mugugnano) viene opzionato un posto nell'uninominale sia alla Camera che al Senato ma, è chiaro, dovrà scegliere. Naturale che la rabbia covi e aumenti nelle prossime ore. Pochissimi posti sicuri e un quadro su Napoli città che non è tutto rose e fiori per i democratici. Qui, all'ombra del Vesuvio, il Pd schiera, dopo Paolo Siani, la calabrese Stefania Covello e Giovanni Palladino, ex Scelta Civica mentre al Senato Valeria Valente (dietro Renzi) e Massimiliano Manfredi possono dormire sonni tranquilli. Temono, invece, perché costretti a misurarsi nel corpo a corpo del collegio senza il paracadute del proporzionale uscenti come Leonardo Impegno a Napoli(in quello accanto Marco Rossi-Doria) e a Scafati, l'ex leader degli industriali salernitani, Mauro Maccauro alla sua prima prova del voto. Vedremo. Con il rischio che al Nazareno possa arrivare qualche ricorso da parte di chi non si è trovato in corsa. C'è tempo sino a stasera per passare alle carte bollate. Come c'è tempo ancora per limare le liste.

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