domenica 18 aprile 2021

Dallo chef all'oste, sos per riaprire pure al chiuso

Dal ristorante stellato alla pizzeria di quartiere, la riapertura dei locali riservata solo a chi dispone di spazi esterni è una sorta di livella che mette tutti sullo stesso piano. Dallo chef osannato dalle guide, a chi perpetra con orgoglio la tradizione dell'oste di provincia, l'appello che si leva è unanime: "Siamo allo stremo, se non vogliamo morire dateci la possibilità di riaprire anche a noi che non abbiamo spazi all'aperto". Anche accettando ulteriori restrizioni interne. La pensa così chef Peppe Guida, patron del ristorante stellato di Vico Equense "Antica Osteria Nonna Rosa": "Fate aprire anche noi che non abbiamo spazi esterni. Mettendo meno posti - propone - invece di 30 clienti, fateci servire 10 persone, ma per carità fateci ripartire altrimenti tanti ristoranti, che spazi esterni non ne hanno, rischiano la chiusura definitiva". Dalla Costiera Sorrentina a Napoli la richiesta di un escamotage, avendo comunque cura di tutelare la salute dei clienti, è richiesta da più parti. E c'è anche chi, come lo chef Gianluca D'Agostino, dello stellato Veritas Restaurant di Napoli, una volta sbarrate le porte di legno del suo locale di Corso Emanuele, si è industriato per trovare una soluzione finendo per trovare ospitalità grazie alla disponibilità degli Avallone, proprietari del Grand Hotel Parker's, un 5 stelle di lusso, che lo hanno temporaneamente accolto nelle sale del loro ristorante con terrazza panoramica "Le Muse".

 

Così D'Agostino potrà cucinare per qualche settimana: "Siamo soddisfatti che qualcosa si muova - dice lo chef - ma siamo anche delusi. Certamente capiamo che questa di ripartire con dei vincoli è una decisione dettata da basi scientifiche, difficile da contestare, va tutelata la salute, la nostra e quella dei clienti, ma per chi non può aprire serve un aiuto concreto. Noi in questo lasso di tempo ci siamo inventati di tutto. Ringrazio i proprietari del Parker's, so che è una soluzione provvisoria. Che dire, se non dovesse cambiare nulla, fitterò uno di quei pullman mobili per cucinare per strada. Sarà il primo ristorante stellato su truck". La musica non cambia se si va in Costiera Amalfitana. All'esasperazione del momento si accompagna tuttavia la voglia di non mollare e trovare comunque una soluzione. Mariella Caputo, ad esempio, che assieme ad Alfonso e al resto della famiglia, gestisce a Nerano lo stellato 'La Taverna del Capitano'', pensa che bisogna comunque inventarsi qualcosa. "A New York questo inverno hanno messo per strada pochi tavoli, anche sui marciapiedi, ma hanno aperto. Noi speriamo di entrare nella fascia gialla e di iniziare a lavorare aprendo il nostro dehors, ma ai colleghi dico di non arrendersi, trovate soluzioni alternative nella speranza che nel giro di qualche settimana tutti potranno aprire". Dal mare alle zone interne. Nel caratteristico borgo di Mercogliano (Avellino), in una ex stalla ricavata nella roccia, i fratelli Emilio e Federico Grieco accolgono la propria clientela all'osteria 'I Santi' in un ambiente piccolo ma di charme. "Per noi è l'ennesima batosta - spiega Emilio - . Per chi come noi riceve in un locale piccolo già rinunciare al 50% dei coperti per installare le barriere divisorie e' stato un investimento e una batosta non da poco. Ora stiamo pensando come fare per poter aprire all'aperto, ma tutto ha un prezzo se si vuole mantenere alto lo standard nell'accoglienza. E dopo un anno di sostanziale chiusura pensare a nuovi investimenti non è facile. Ecco perché per ora andiamo avanti col delivery e l'asporto per offrire un servizio, anche se i numeri non sono paragonabili, e a stento pago le spese. E' chiaro che se l'unica alternativa fosse stare all'aperto - conclude - ci inventeremo qualcosa pur di andare avanti. Magari prendendo in prestito un giardino o una terrazza". (ANSA).

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