Vico Equense - Mercoledì prossimo, 15 dicembre 2021, alle ore 19.30, nell’ ex Cattedrale della Santissima Annunziata di Vico Equense, concerto dedicato alle musiche del Maestro don Luigi Guida, direttore, musicista di grande levatura che non arricchì soltanto il patrimonio della musica sacra, ma fu anche raffinato compositore di musica profana. A eseguirle ci sarà il coro Polifonico di Napoli, solida realtà partenopea che vanta una storia lunga 40 anni, diretto dal maestro Luigi Grima, accompagnato al pianoforte da Stefano Innamorati, che eseguirà una serie di brani, tra i quali, alcuni fanno parte del grande repertorio popolare conosciuto, come Aurora, che sarà riproposta in versione originale, sempre attuale e famosa nel mondo, scelta lo scorso anno per fiction di Rai Uno “La bambina che non voleva cantare”, e ancor prima da Fellini ne “La dolce vita”, “Alla Madonna di Pompei”, che parla della battaglia di Legnano e “Bel Bambino”, inno natalizio. Sarà la volta de “L’Italia a Dante”, scritta da Guida nel 1921 per i ‘600 anni del poeta, e tanti altri brani selezionati dal contralto Candida Guida. L’intero concerto sarà intervallato da brani recitati da Salvatore Guadagnuolo. L'evento a ingresso libero, si terrà nel pieno rispetto delle disposizioni vigenti in tema di emergenza sanitaria, previa esibizione del Green Pass e fino a esaurimento posti. Don Luigi Guida è nato a Massaquano l’8 marzo 1883 da Vincenzo ed Orsola Imperato. Già a dodici anni manifesta la volontà di entrare in seminario, dove viene condotto dal vecchio parroco don Gaetano. Ben presto il giovane novizio mostra particolare attitudine per la musica e, non ancora sacerdote, fonda a Massaquano la Schola Cantorum sotto il titolo di “Palestrina”. Si iscrive, poi, al conservatorio musicale di San Pietro a Maiella di Napoli. Il suo talento musicale è eccezionale e i Gesuiti lo reclutano per il loro prestigioso istituto “Pontano” di Napoli, dove diventa docente. Per quarant’anni dirige il coro e compone musica sacra.don Luigi Guida
La melodia, per don Luigi, è il mezzo privilegiato di comunicazione con Dio tanto che, in tutte le sue opere, ricerca la purezza del rapporto tra lo spirituale che è dentro di sé e lo strumento che deve emanciparsi fino allo spiritualizzarsi della materia. Le sue composizioni sono state eseguite anche al Teatro San Carlo con grand’orchestra e coro, a Lecce, a Palermo, a l’Aquila e al Conservatorio di San Pietro a Maiella in Napoli. La sua prima opera, inviata a Roma nel 1914 per un concorso al Teatro Augusteo, è tratta dai versi biblici del Libro di Giuditta e fonde i generi epico, lirico e drammatico. Questa gli procura il primo premio e una certa notorietà. Seguono otto grandi oratori, tre poemetti per archi, diverse decine di brani sacri per solisti e per cori, una sonata per violino e pianoforte, romanze da camera ed arie per canto ed orchestra. Nonostante la fama lo porti al di fuori dei confini regionali e nazionali, egli non rinuncia mai alla sua Massaquano dove torna ogni volta che può, ripercorrendo, forse inconsciamente, gli stessi sentieri vicani che nel Settecento frequentavano Bartolomeo Intieri, Antonio Genovesi, l’Abate Galiani e Luigi Serio. Vecchio e malato, si ritira proprio qui, a Massaquano, dove muore il 15 dicembre 1951, tra le cure e l’affetto di quanti hanno stimato la sua personalità carismatica e la sua musica “divina”.
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