Vico Equense - La politica che isola, perde i treni. Invece sarebbe utile per il territorio prendere qualche treno in più, ma servono percorsi condivisi. "I problemi della Penisola, a partire da viabilità e trasporti, si risolvono unendo le forze e non dividendosi. Questo territorio è di fatto, un unico agglomerato urbano. Il PNRR è una grande occasione, senza precedenti, per l’area al fine di realizzare opere a carattere comprensoriale. Ma Vico rischia di essere la palla al piede della costiera. L'Amministrazione dovrebbe avere più spirito collaborativo con gli altri Comuni e prendere ad esempio il sindaco di Sorrento, mi auguro che si diano una mossa”. Di cosa non funziona nel Comune ne parla l’ex vice sindaco Giuseppe Guida su Agorà. “È un problema di approccio e di metodo. – dice il tributarista - L'eccesso di municipalismo che porta ad isolare Vico dagli altri Comuni è una cattiva abitudine da superare, ma invece, purtroppo, ritorna. In pochi km quadrati ci sono sei Comuni che hanno problemi interconnessi. Vico è la porta d'ingresso della penisola sorrentina. Questa porta va tenuta aperta e non chiusa agli altri. Ripeto, con il PNRR, ci arrivano risorse fino a poco tempo fa inimmaginabili. È una occasione unica e da non perdere. Già i paesi del nord Europa fanno pressing per ritornare all'austerità che ha causato tanti problemi con la limitazione degli investimenti. Dobbiamo fare la nostra parte per andare nella giusta direzione, altrimenti non rilanceremo mai questi bellissimi territori che devono essere valorizzati ma anche resi fruibili”. L’ex vice sindaco, che ha partecipato al summit “Verso Sud” di Sorrento, si è reso conto di queste cose parlando con gli altri sindaci del comprensorio, che gli hanno fatto capire che per la realizzazione di opere consortili è necessario rispettare i tempi e fare gioco di squadra. In modo elegante esiste una criticità “i tempi non sono maturi per discorsi unitari e non vi è ancora la mentalità”. La città di Vico Equense ha preferito disertare la due giorni organizzata dal prestigioso studio Ambrosetti “forse per motivi politici o per l’atavico campanilismo che ancora regna in penisola”.
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