L'amministratore delegato di Eav: «Aumenti minimi, ma solo per chi utilizza il treno una tantum». Restano i problemi su linee e gestione delle stazioni: «Il Governo ha abbandonato il settore trasporti» di Andrea Ripa da Metropolis
L'aumento dei costi dei biglietti ha scatenato ed era inevitabile - un mare di polemiche. Non foss' altro perchè al sud il trasporto pubblico locale fa ancora molta fatica. Tra i disservizi dei bus e i disagi vissuti sulle linee ferroviarie della Circum, l'ennesimo provvedimento a danno di chi utilizza i mezzi di trasporto è arrivato come uno schiaffo. Che arriva nei mesi in cui tutto aumenta: dalla frutta alla benzina. Umberto De Gregorio, amministratore delegato di Eav, spiega le ragioni che hanno spinto la Regione ad alzare i prezzi dei biglietti. Presidente, siamo di fronte a un nuovo aumento dei costi dei tagliandi. «La decisione è in capo alla Regione Campania e riguarda tutte le categorie di trasporto. Si tratta di un adeguamento all'inflazione e pertanto inevitabile. Tuttavia vorrei precisare che si tratta di appena dieci centesimi sul singolo tagliando». Eppure i pendolari hanno duramente contestato questo provvedimento. «La verità è che per loro non cambia nulla. Per i possessori dell'abbonamento l'aumento non è previsto. Mentre il biglietto costerà appena dieci centesimi in più per coloro che lo acquistano per una corsa singola. E chi acquista un tagliando per una corsa singola non credo si fermi davanti ai dieci centesimi. Probabilmente non lo nota nemmeno».
Quali vantaggi per Eav da questo aumento? «Parliamo di briciole per l'azienda. Non sono queste le cose che garantirebbero ad Eav di fare quel salto di qualità che tutti, io in primis, speriamo di poter avere presto. Nonostante i tanti sforzi fatti in questi anni».
A cosa si riferisce? «In pochi sanno che il fondo nazionale dei trasporti e lo stesso da dieci anni. Questo è il vero dramma: il mondo intorno a noi cambia, ci sono spese più alta eppure per Eav i soldi dello Stato sono sempre gli stessi. Quello andrebbe incrementato per mettere un freno ai disagi di cui tutti si lamentano. Anche io sogno che il trasporto pubblico sia sempre perfetto, ma dobbiamo fare i conti con i tanti problemi che vengono fuori ogni giorno: dalla carenza del personale alla gestione delle stazioni che spesso non sono presidiate. Con più fondi da parte dello Stato potremmo meglio affrontare questi problemi».
A cosa è imputabile questo dramma di cui parla? «Ai governi che negli ultimi anni hanno fatto del trasporto pubblico locale una macelleria sociale. Non è un caso che al nord funzioni tutto, ma è anche vero che tutti pagano il biglietto. Da Roma in giù siamo di fronte al caos totale. E noi dobbiamo far fronte con gli aumenti dei carburanti e dell'energia: una spesa da venti milioni di euro ogni anno. I governi nazionali degli ultimi dieci anni hanno abbandonato il settore dei trasporti, in un periodo dove si dovrebbe puntare a incentivare l'utilizzo di treni e bus ñ decongestionare le strade».
Ma avete avuto importanti fondi per gli investimenti. «Senza dubbio. E sono stati fatti. Dalle assunzioni all'acquisto di nuovi convogli per venire incontro alle esigenze della platea che utilizza il trasporto pubblico locale. Purtroppo gli stessi fondi, ad esempio quelli per il Recovery Fund, non possono essere investiti per interventi diversi da quelli per i quali abbiamo presentato progetti che sono stati finanziati.
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