L'attore e neo deputato assegna all'ex premier i meriti del trionfo in Campania: «I Dem hanno sbagliato tutto quello che potevano sbagliare: spariti dalle periferie» di Vincenzo Lamberti da Metropolis
«Per me non è cambiato granché. Dovrò tornare a mettere la giacca e la cravatta che non mettevo da un po'. Ma per il resto la mia vita sarà quella di sempre». Gaetano Amato il 13 ottobre sarà in Parlamento per la prima seduta ufficiale. Eletto nel collegio uninominale grazie a uno scarto di circa 400 voti per i quali ha avuto la meglio sulla candidata Annarita Patriarca di Forza Italia (poi eletta grazie all'uninominale). Onorevole Amato, lei si aspettava questo successo dei Cinque Stelle in provincia di Napoli? «Se avete visto la cartina durante le trasmissioni tv era tutta azzurra tranne un pezzo giallo da noi e in Puglia. Non so se me l'aspettavo, so che però il Pd ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Ha sbagliato troppo, umanamente troppo. E non può essere solo Letta il colpevole. Sono talmente tanti gli errori che c'è qualcosa che non mi convince». Questo significa la fine del campo largo e delle alleanze? «Certo. Col Pd non si può dialogare, l'ha detto subito e a caldo anche Giuseppe Conte. Con chi dice agenda Draghi e per questo ti butta via di cosa vai a parlare. Rinnovamento? Va via Letta, restano Franceschini, Orlando, Guerini. Di cosa parliamo?». E allora cosa dovrebbero fare? «Non serve un cambio del vertice del partito. Rosy Bindi ha detto una cosa giusta. Serve lo scioglimento, il Pd non ha più la sua identità, e questo è il motivo per cui i Cinque Stelle hanno tenuto. Conte è andato tra la gente come faceva il Pci, o come lo faceva Salvini prima del Papeete. Se vai tra la gente arrivano i voti. Renzi girava e prese il 40% alle Europee. Salvini stava ovunque tranne che al ministero e arrivò al 22%. Cinque Stelle facevano le pizze ed erano al 34%».
Vi davano per morti, però. «Il loro unico scopo, Pd, centrodestra e Terzo Polo era distruggere una persona perbene come Conte. L'hanno dato per morto, hanno parlato della fine dei 5S. Se si fossero preoccupati, invece di attaccarlo, di fare proposte serie non avrebbero avuto bisogno di quella strategia».
Però voi venivate dal 33%. Siete al 15%. Un po' anomalo parlare di vittoria. «Sono stati commessi tanti errori. L'uno vale uno, ad esempio, l'ho sempre criticato ma va letto in maniera diversa. Io conto quanto conti tu. Non che siamo uguali. Il M5s ha fatto errori, ma io non ne facevo parte. Per ora nessun errore all'orizzonte, posso dirlo con fierezza. Conte ha detto qualche giorno fa: togliete il Rdc e noi facciamo referendum su vitalizio e ciò che interessa alla casta».
Ritorna la polemica sul Reddito di cittadinanza. «Ritenete che il reddito sia mercé di scambio? «E allora ogni legge lo è. Anche quella a favore di Confindustria. E' la politica italiana è incoerente. Meloni fino a 50 giorni fa era contro Draghi, poi lo chiama per il Mef. Era contro i tecnici ora vuole i tecnici».
Vabbè la coerenza non è che sia un vostro must... «Quelli che parlavano di Bibiano e poi ci hanno fatto il governo insieme ora sono fuori. Gli altri sono stati patti di governo dettati dalla necessità di una legge elettorale sbagliata».
Sembra quasi un dogma dell'infallibilità di Conte... «Un errore c'è stato: nel governo Draghi i Cinque Stelle non dovevano entrare, un esecutivo liberista che ci ha affossati, ci ha messo in ginocchio».
Che cosa farà in Parlamento Gaetano Amato? «Sto arrivando ora. Posso solo dire che io mi impegno a parlare con tutti. Chiedo quali sono i problemi, non so se posso risolverli, ma vi faccio avere risposte. Facciamo rilevare i nodi del territorio, quelli risolvibili col nostro impegno, ma anche dialogando con gli altri parlamentari del territorio. Sono pronto a dialogare anche con Sarracino o Patriarca».
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