di Filomena BarattoSe una persona falsa arriva nella mia orbita, me ne accorgo subito. Si presenta con un’ibrida espressione amicale. Mi diverto a capire dove vuole arrivare facendola crogiolare nella convinzione di riuscire a gabbare il prossimo. Glielo faccio credere fino in fondo, col risultato di vederla vacillare quando avverte che agisco con la sua stessa strategia. A quel punto comincia a studiarti meglio per trovare il tuo punto debole.
I falsi adottano strategie diverse, agiscono sempre per un tornaconto. Eppure capitolano ogni volta per lo stesso motivo: una debole personalità. Sono quelli che non ti dicono mai ciò che pensano; quelli che ti fanno i conti addosso, per tutto: la carriera, gli interessi, le persone intorno, lo stile di vita; gli arrampicatori sociali dall’aria innocente che fanno delle difficoltà, opportunità; quelli che non accettano che tu possa eccellere in qualcosa in cui volevano anche loro; quelli che sono infastiditi da ciò che pensi, rifletti, capisci. La falsità si percepisce dal modo in cui una persona ti guarda, dall’ironia o sarcasmo sempre in punta di lingua, la battuta poco felice che spesso elargisce, il sorriso forzato in contrasto con lo sguardo, l’escluderti da fatti o situazioni importanti.
Sono manipolatori, onnipresenti, onniscienti, impeccabili da sembrare innocui fino al midollo. Un falso non chiede, si arroga il diritto di fare, è sempre preparato ad ogni evenienza, per niente sprovveduto, anticipa tempi e situazioni, lavora su piani diversi contemporaneamente.
Cerca di eluderti il più possibile con la sua efficienza. Il falso insegue un progetto ai danni degli altri. Sono i pensieri più reconditi che lo muovono. E mentre si arma per combattere, simula di stare dalla tua parte.
Mostrarsi sempre con una maschera, li indebolisce, li sfianca e allora accamperanno scuse per giustificare la loro debolezza fino a rasentare l’inverosimile. Si sottomettono a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi e in questo processo interminabile fanno della bugia la loro arma principale, dalla più innocente alla più grande. Sono sfacciati, si mimetizzano bene, sono delatori. Di vero in loro c’è poco e per questo usano una maschera per ogni situazione. Al cospetto di un falso lentamente confuto tutto ciò che fa, che dice, e che non dice e lo metto davanti alla realtà. La reazione è sempre sconcertante: accentua le reazioni che lo faranno capitolare ma senza dartene soddisfazione. Una volta smascherata, la persona falsa, pur continuando a mantenere il suo standard, non si accanisce più. Bisogna smascherarli prima che agiscano. Altre volte, attraverso le loro peripezie, farli agire in vece nostra e magari trarne gli stessi vantaggi che andavano chiedendo a noi prima di essere smascherati. Un falso va abbattuto con il tempo, la calma e la pazienza. A un’insicurezza di base, aggiungono la frustrazione di non poter ottenere tutto ciò cui ambiscono. Di solito hanno ricevuto un tipo di educazione rivolta più a risolvere situazioni pratiche che ad apprendere comportamenti di vita giusti. Crescono nella convinzione che “l’altro” sia un nemico da combattere ed ecco che affinano le strategie di competizione, di esclusione, di controllo sull’altro. Il falso usa la logica al posto del cuore, agisce solo per uno scopo lasciando i sentimenti in disparte. A volte basta vivere nella costante bugia per formare una mente falsa che non riconosce più il bene dal male.
1 commento:
Bellissimo articolo!
Per quel che mi riguarda, questi "simulatori" non fanno pietà, ma fanno schifo e ribrezzo.
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