Partnership tra il Parco e Feudi di San Gregorio per una "cantina diffusa" negli scavi. Zuchtriegel: "In 5 anni 50 mila bottiglie"
di Mariella Parmendola - La Repubblica Napoli
«Pompei, una grande cantina diffusa. I turisti, arrivati da ogni parte del mondo, porteranno a casa non solo le nostre bottiglie di vino, ma l'esperienza di un'agricoltura dalle profonde radici nella storia». È questo, per Gabriel Zuchtriegel, il senso della nuova avventura cominciata ieri negli scavi. Con un lungo lavoro di ricerca alle spalle, che il direttore del Parco archeologico di Pompei fa partire dagli inizi degli anni Novanta. «Adesso però cambia radicalmente: in passato si sono dati in concessione terreni a produttori. Ora, il Parco archeologico è protagonista con il partner privato di tutto il percorso, che va da quando i vitigni sono stati ripiantati, fino all'utilizzo di antiche anfore per il trattamento del vino e la vendita, che avverrà qui». E, come ad ogni inaugurazione, il rito è stato rispettato con un brindisi. Al fianco di Zuchtriegel, Antonio Capaldo che, con il suo "Gruppo Tenute Capaldo" e le cantine Feudi di San Gregorio e Basilisco, rappresenta l'altro protagonista dell'operazione, destinata in cinque anni a produrre 50 mila bottiglie di vino.