La stoccata del leader dei Cinquestelle: non può comandare una sola persona
LO SCONTRO
di Adolfo Pappalardo - Il Mattino
Napoli - Alza sempre più i toni De Luca. È un crescendo da giorni. Ma ieri tocca l'apice se decidono di replicare il centrodestra, i dem e i grillini. Come se ormai avesse oltrepassato ogni limite della tollerabilità. D'altronde ieri è durissimo: «C'è gente che pensa a dividersi i candidati. A volte autentici analfabeti, io rispetto il proletariato, ma i ciucci non possono dirigere la Campania...». Si riferisce al Pd e al centrosinistra in generale il governatore uscente ma si risente anche il centrodestra: «La Campania non è una proprietà privata, non è roba sua», attacca Forza Italia. «In questo momento c'è gente che ragiona sulle scadenze istituzionali della Regione senza sapere neanche che cosa è la Campania: pensano di dividersi le candidature a Roma. Una a me, una a te. Napoli e la Campania non sono in vendita, a nessuna forza politica», attacca De Luca parlando a Città della scienza, in occasione della cerimonia del giuramento di Ippocrate. E lì, davanti alla platea dei giovani medici, non usa la sciabola o il fioretto ma direttamente la clava riferendosi agli accordi Pd-M5s: «Abbiamo sputato l'anima per ritrovare dignità, organizzazione. Sarebbe un delitto far precipitare di nuovo la Campania in una palude. C'è da stare male solo a pensarci.
Tuttavia, c'è gente che pensa a - ripete - dividersi i candidati: a volte autentici analfabeti, io rispetto il proletariato, ma i ciucci non possono dirigere una regione come la Campania. Non siamo tutti uguali». È furioso il governatore, oltre ogni scala tellurica, da quando va a vuoto, e sono ormai settimane, qualsiasi tentativo di organizzare un vertice con la segretaria del Pd Elly Schlein. Nessun segnale dal partito, anzi, la quasi certezza che non ci sarà alcuna trattativa. Sono giorni di nervosismo a palazzo Santa Lucia con la certezza che l'unica strada sia quella di scendere in campo da outsider: con Vincenzo De Luca capolista in 3 circoscrizioni e un altro nome come candidato governatore. Mentre gli alleati, quelli che venivano considerati fedelissimi (vedi renziani e socialisti), sono già scesi dal carro deluchiano per imbarcarsi nel campo largo.
LO SCONTRO
«Sono i territori a scegliere i migliori interpretati dopo aver condiviso un programma, noi del l'M5s stiamo dando una grossa mano per elaborare un programma che sia assolutamente in linea con i bisogni dei cittadini campani. Dopo si sceglierà l'interprete ma a decidere saranno i territori non una singola persona», è la replica pacata del leader grillino Giuseppe Conte quando gli chiedono un commento sulle parole di De Luca. Durissimo invece il centrodestra. «La Campania sprofonda nella palude dell'immobilismo, della inconcludenza e della clientela. L'unico a non rendersene conto o a far finta di non rendersene conto, è proprio chi ha reso una palude la Regione: De Luca che, nella sua realtà virtuale, arriva persino a magnificare risultati che non esistono», afferma il senatore di Fdi Sergio Rastrelli. «La Campania è una regione della Repubblica, e come tale appartiene ai cittadini, non a chi pretende di gestirla come un feudo personale. De Luca parla di candidatura "divise a Roma", ma da anni è lui a centralizzare ogni decisione», sottolinea invece Gianfranco Librandi, vice coordinatore campano di Fi. Ma lo scontro arriva anche nel Pd. «Io ciucci non ne vedo, non so dove stanno, quindi non so a chi si sia rivolto De Luca. Lavoriamo per confermare il centrosinistra, stavolta allargato e ricordo a De Luca che il nostro avversario si chiama Meloni», spiega Sandro Ruotolo, eurodeputato e membro della segreteria Pd che aggiunge velenoso: «Ma cosa ne pensa il figlio, Piero, di quello che dice il padre, anche quando insulta il gruppo parlamentare del Pd, visto che lui ne fa parte?». Lui, Piero De Luca, ieri ad un'iniziativa pubblica a Salerno spiega come serva «fare un lavoro politico di sintesi che consenta di tenere insieme la coalizione che ha governato finora, provando ad allargarla anche all'M5s anche in prospettiva di governo nazionale». E venerdì mattina nella sede Pd di Salerno ha convocato una riunione spiegando ad un gruppo di fedelissimi come sarà lui a mediare tra il padre governatore e la Schlein. Vertice di un'ora circa a cui hanno partecipato Nello Mastursi, il capogruppo dem Mario Casillo, i consiglieri regionali Maurizio Petracca, Loredana Raia, Franco Picarone, Gennaro Oliviero (a cui è stato negato il rinnovo della tessera del Pd a Caserta) e l'ex nemico Umberto del Basso de Caro. «Bisogna evitare assolutamente di rompere», ha spiegato De Luca jr ai presenti. Ma forse la rottura è già irrimediabilmente avvenuta.
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