domenica 29 marzo 2009
Muscoli ed efficienza
Si continua a parlare del termovalorizzatore. Per Repubblica Napoli, più che una inaugurazione sembrava una resa dei conti plurima. Ottavio Ragone nel suo articolo parla di show muscolare per mettere le cose in chiaro. Con il defunto ma sempre odiato governo Prodi, con Pecoraro Scanio, il partito del "no" nei vari cascami della sinistra oltranzista, con Bassolino e Iervolino. Con la Procura napoletana - quale piacere tutto berlusconiano sbeffeggiare pubblicamente i magistrati - e la Chiesa e perfino gli imprenditori, in quanto parte di una classe dirigente campana che non dirige. È innanzitutto questa parabola, la storia recente dell´ultimo quindicennio in Campania, che Silvio Berlusconi ha simbolicamente mandato in fumo nei camini del termovalorizzatore appena aperto, giovedì scorso ad Acerra. Missione compiuta. Una imbarazzante ostentazione di efficienza lombarda di fronte al mutismo delle istituzioni napoletane. Ragone paragona Berlusconi a Ferdinando, il protagonista del dramma scritto oltre vent´anni fa da Annibale Ruccello. Un giovane affascinante, di insinuante scaltrezza, che piomba dopo l´unità d´Italia nella villa vesuviana di una decaduta baronessa borbonica, Donna Clotilde, la seduce, si impossessa alla fine dei suoi tesori, e lei addirittura lo ringrazia per averle donato sprazzi di vita. E inabissandosi nella sua decadenza scopre che Ferdinando si chiama in realtà Filiberto, come i detestati Savoia che, nella visione di Donna Clotilde, si sono mangiati il sud. Paolo Macry, invece, dal Corriere del Mezzogiorno dedica la parte finale del suo articolo al Cavaliere. Berlusconi inaugurava un inceneritore costruito dai milanesi, aveva al suo fianco il sindaco Moratti, parlava con la sbrigativa chiarezza meneghina. E si vantava di aver risolto — da fuori — i guai combinati dai napoletani. Naturalmente, nessuna delle vestali dell'autonomismo partenopeo ha potuto fiatare, i magistrati erano stati bloccati in tempo, la Iervolino è rimasta sotto il palco, gli ambientalisti fremevano muti. Scientemente, Berlusconi non ha valorizzato nulla di Napoli, neppure gli esponenti locali del centrodestra. Il suo è stato il classico messaggio del nation building: «qui è tornato lo Stato ».
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