Via agli accordi trasversali. Polemica tra gli schieramenti
Con Dario Franceschini per la segreteria nazionale; con Enzo Amendola, candidato dell’area Bersani, in Campania. Succede nel Pd dove nel nome del partito a struttura federale si vanno profilando alleanze trasversali per le primarie del 25 ottobre. Amendola ieri ha incassato il sostegno dei deputati franceschiniani Salvatore Piccolo e Donato Mosella, firmatari di un documento che ha raccolto le adesioni anche dei sindaci di Caserta (Nicodemo Petteruti), Portici (Enzo Cuomo), Ischia (Giosi Ferrandino), Villaricca (Lello Topo), Frattamaggiore (Antonio Russo). «La mia – spiega Amendola – è una candidatura aperta. Ascolterò tutti, presenterò il mio programma e chi vorrà sostenerlo sarà libero di farlo. Altrimenti amici come prima». Amendola ha già coniato lo slogan, «dieci dieci», ovvero dieci idee per le regionali del 2010. Ieri ne ha parlato con Piccolo, Mosella e i sindaci. «La nostra intesa è sui progetti», chiarisce il candidato alla segreteria. Piccolo e Mosella concordano. E motivano con «la forma federalista del partito» la scelta di sostenere Amendola in Campania e Franceschini a Roma. I congressi regionali, dicono, sono «la cartina dì tornasole per verificare la capacità della classe dirigente di saper privilegiare gli interessi e le esigenze dei territori che non possono essere sottomessi o piegati a logiche di schieramento congressuale nazionale». Per Piccolo e Mosella «non serve una rissa numerica tra le componenti del partito» e in questo senso la candidatura di Amendola è quella che fa registrare «una larga convergenza» che è la condizione necessaria per avere «un segretario non ricattabile da nessuna corrente». «Amendola – dice Mosella – è un segretario fortemente rappresentativo delle diverse aree e culture del partito». Al contrario evidentemente di Leonardo Impegno, candidato dell’area Franceschini. «La sua candidatura è nata nel dissenso», sostiene Piccolo, che non lesina critiche al segretario uscente Tino Iannuzzi («ci sono state evidenti carenze di direzione politica») e a chi «in questi ha avuto la guida dei governi di centrosinistra e dovrebbe chiedere scusa per gli errori». Chi nell’area Franceschini non ha deciso se sostenere Impegno o Amendola è la componente di Pasquale Sommese. Il consigliere regionale scioglierà la riserva entro domani mà già di per sé il dubbio denota una sofferenza. Amendola non chiude la porta. «Ho cercato di mettere in campo quello che fosse più utile per il Pd – spiega l’ultimo segretario regionale dei Ds – cioè unire e far convergere sulla mia piattaforma tutti quelli convinti che gli steccati che ci hanno diviso fossero solo legati al passato. E arrivato il momento di aprire una fase nuova e costituire una rinnovata classe dirigente con un programma largamente condiviso che ci porti a vincere le regionali del 2010». Un programma intorno al quale costruire un’alleanza. Anche con De Mita? «Perchè no. Il recente appello di Casini – risponde – mi sembra interessante. Un punto deve essere chiaro: siamo contrari a coalizioni strabiche». Ma l’area Franceschini non sta a guardare e replica. «La mozione Franceschini è più coerente rispetto al progetto del Pd, a partire dalla vocazione maggioritaria che non significa – dice senatore Enzo De Luca – andare da soli mia costruire alleanze che consentano di governare. Sbaglia chi pensa che non debba esserci una coerenza tra Roma e i livelli locali. Noto poi contraddizioni nella candidatura di Amendola: è sostenuto da Bassolino ma ne prende le distanze invocando la discontinuità; è presidente di Red e dunque è ben caratterizzato». Critica anche Teresa Armato. «Le contraddizioni sono chiarissime. Evidente – osserva la senatrice – che a livello nazionale si confrontano due diverse posizioni e la candidatura di Amendola è perfettamente inserita nella mozione Bersani. Ed è singolare che chi ha concorso a mettere in campo mia candidatura oggi sceglie di sostenerne un’altra». (di Paolo Mainiero da il Mattino)
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