Regione Campania - È l’ora delle scelte. Forse. Di fatto le dichiarazioni spesso roboanti di discontinuità dalla precedente amministrazione stentano poi alla prova dei fatti concreti e la Regione va avanti col freno a mano tirato. L´ultimo «stop and go» è l´ennesimo scambio fra due big del Pdl: Italo Bocchino da Roma a invocare il basta coi doppi incarichi (modello tipico Luigi Cesaro, deputato e presidente della Provincia) e Nicola Cosentino a gettare acqua sul fuoco sostenendo che «a giorni si risolverà tutto». Intanto però le incompatibilità sono ancora tutte lì. Stefano Caldoro si è dimesso dalla Camera, Mara Carfagna e Alessandra Mussolini hanno avuto i trenta giorni di preavviso da Montecitorio, gli altri (sei sindaci, un vicesindaco e due amministratori di azienda partecipata) attendono l´istruttoria in Consiglio. E non sono ancora giunte neanche le dimissioni dei due consiglieri promossi assessori, Pasquale Sommese e Ermanno Russo, nonostante il patto politico preso in tal senso con Caldoro. Al centro direzionale si attende evidentemente un accordo su un paio di questioni. Fra queste la costituzione dei gruppi e la successiva, in parte conseguente, distribuzione dei «comandati», ai quali nessuno vuole rinunciare. Problema, quest´ultimo, che potrebbe riguardare anche qualcuno dei dirigenti da tempo nella lista degli epurandi, che sono una trentina e hanno gli incarichi esterni. La settimana scorsa sono stati azzerati i 206 «comandi» della passata consiliatura, ma ora bisogna pensare al nuovo organico. Il governo chiede di stringere la cinghia. E dunque si lavora a una ipotesi che riservi la metà dei posti ai cosiddetti interni (personale distaccato da giunta, Consiglio stesso e enti strumentali, senza costi supplementari) e metà da altre amministrazioni o società partecipate (di cui invece il Consiglio deve farsi carico finanziariamente). L´algebra dei comandati funziona così. All´ufficio di presidenza ne spettano 49 (15 al presidente, 6 ciascuno ai due vicepresidenti e ai due questori, 5 ciascuno ai due segretari). Altri 60 vengono distribuiti a ciascun consigliere. Poi ce ne sono 40 per le commissioni ordinarie (5 a commissione) e 24 per le speciali (6 a commissione). Siamo già a quota 173. Vanno aggiunti i 3 a testa a ciascun gruppo. Quattro gruppi sono già costituiti (Pdl, Pd, Lista Caldoro e Idv), ora il presidente Paolo Romano deve decidere se accettare anche i mini-gruppi (Noi sud, Udeur e Sel, con due soli consiglieri a testa). La somma finale sfiora comunque le 200 unità. Senza contare il progetto di istituire poi altre due commissioni speciali. La chiamata di questo esercito avverrà in maniera assolutamente trasversale alle forze politiche, e dunque potrebbe riguardare anche qualcuno dei dirigenti da tagliare. Ad esempio Fernando De Angelis, che potrebbe tornare al suo ruolo di dipendente del Consiglio. Ipotesi che certamente l´assessore Pasquale Sommese vaglierà nel suo screening sulle singole posizioni. Anche perché quei dirigenti sono stati anzi nominati in epoche e da assessori diversi. Inoltre qualche assessore ha già espresso dubbi a privarsi subito di queste esperienze, tanto più che il mandato firmato Bassolino scade comunque a fine 2010. E ci sono in agguato i ricorsi. «Si rischia di risparmiare adesso per ritrovarsi in futuro con i debiti fuori bilancio determinati dalla cause», nota l´ex assessore Corrado Gabriele. Insomma, la falce sulla dirigenza potrebbe passare anche in modo più morbido. Si parla anche di una soluzione soft: la sola rimozione dagli incarichi, un modo per iniziare comunque a cambiare la firma sui futuri atti di Caldoro e compagni. (di Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
2 commenti:
Tutti della stessa pasta.
Il centro-destra affamato in questo momento è addirittura peggiore, e di molto, del centrosinistra.
Poveri noi...
Come al solito la destra si qualifica da sola...
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