lunedì 11 luglio 2022

Vico Equense. 40 anni fa la morte del capo della mobile Antonio Ammaturo e dell’agente Pasquale Paola

Vico Equense  - Venerdì prossimo, 15 luglio, saranno trascorsi 40 anni dalla morte di Antonio Ammaturo, allora capo della Squadra Mobile di Napoli, e dell’agente scelto Pasquale Paola, bersagli della viltà criminale delle Br, e di un intreccio di interessi dei terroristi con la camorra cutoliana, su cui la giustizia non è mai riuscita ad ottenere certezze. Pasquale Paola, originario di Vico Equense, aveva 32 anni quando fu trucidato in piazza Nicola Amore a Napoli, e sin da ragazzino aveva dimostrato uno sviscerato amore per la divisa. Il fratello, Tonino Paola, in un'intervista lo ricorda così. “C’è tutta una retorica dell’abnegazione al lavoro che sembra scontata, ma io posso testimoniare che mio fratello amava profondamente il suo lavoro. Aveva lasciato Vico Equense appena diciottenne e, quando tornava, non perdeva occasione per parlare del suo impegno nella Polizia, del valore degli uomini che lo circondavano, del significato che assumeva per lui la divisa ogni giorno, come baluardo della nostra democrazia”. Pasquale Paola indossò la divisa per la prima volta nel 1970, quando entrò nella Polizia. Dopo aver frequentato la scuola di allievi di Alessandria e la scuola sottufficiali di Nettuno, prestò servizio a Torino, Novara e, infine, presso la Questura di Napoli. Nel 1981 fu premiato per servizio di Polizia giudiziaria di speciale importanza. Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 3 maggio 1984, alla memoria dell’agente Pasquale Paola, fu conferita la medaglia d’oro al valore civile con la seguente motivazione: “Autista di funzionario di pubblica sicurezza impegnato in rischiose operazioni di Polizia giudiziaria, assolveva il proprio compito con serena dedizione ed alto senso del dovere, pur consapevole dei rischi personali connessi con la recrudescenza degli attentati contro i rappresentanti delle Forze dell’ordine. Riportava mortali lesioni in un feroce e proditorio agguato sacrificando la vita a difesa dello Stato e delle istituzioni”.


 

Le sue spoglie riposano nel cimitero di San Francesco, e sulla lastra di marmo che le racchiude è scritto “A ricordo dei posteri questi grandi eroi non dovranno mai essere dimenticati”. Antonio Ammaturo e il suo agente Pasquale Paola furono massacrati poco dopo le ore 17 del 15 luglio dell'82. Come al solito Paola con l'Alfa 'civetta' dalla Questura si mosse per andare a prendere il suo dirigente, a piazza Nicola Amore. Ammaturo, preciso come sempre, uscì dall'edificio, si infilò nell'Alfa Sud di colore bianco ma dopo pochi metri lui e il suo agente di scorta dovettero subire l'assalto armato dei brigatisti rossi. Tra le prime ad accorrere in quel tragico e afoso pomeriggio di luglio fu la moglie di Antonio Ammaturo, Ermelina Lombardi. Sentì squillare al citofono di casa per l'ultima volta Pasquale Paola che chiedeva del marito. Pochi minuti dopo senza neanche prendere il caffè il capo della squadra mobile uscì di casa. Nel cortile dell'edificio c'era l'Alfa Sud con Paola in attesa. L'Alfa percorso solo poche decine di metri poi solo il frastuono delle mitragliette. Ermelinda Lombardi ebbe un presentimento e si precipitò per le scale ma un inquilino la bloccò e l'abbracciò. La signora Ammaturo capì che il marito era stato ucciso.

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