di Ottavio Ragone - La Repubblica Napoli
Castellammare di Stabia - Gli ex ragazzi stanno tornando. Luigi Vicinanza fa parte di quelle "generazioni di competenti" di Napoli e del Sud che ciclicamente - nel suo caso parliamo di giovani degli anni '70 - hanno dovuto trasferirsi da Roma in su o all'estero per affermarsi nella professione. Succedeva, succede ancora. Non tutti per fortuna vanno via per realizzarsi, ma tanti sì. Un lento dissanguamento di classe dirigente, che ha molto impoverito e tuttora impoverisce le nostre zone. Questo movimento di ritorno nelle terre di origine in anni adulti può portare innesti di intelligenza, capacità politica, grande cultura. Lo pensi conversando con Vicinanza, giornalista di vaglia prima a Repubblica, poi all'Espresso di cui è stato direttore, così come dei quotidiani Il Centro di Pescara e Il Tirreno di Livorno, direttore del Museo Mav di Ercolano. È, oggi, il candidato sindaco del centrosinistra a Castellammare di Stabia. Una figura di questo spessore non si vedeva da tempo nella politica stabiese. Vicinanza si presenta dopo il traumatico scioglimento del Comune per infiltrazioni malavitose. Da cinquant'anni una sanguinaria banda di camorristi arroccata nel quartiere collinare di Scanzano e nel centro antico - mai compiutamente sradicata dalle inchieste giudiziarie che pure ci sono state - condiziona l'economia e inquina la politica nella cittadina stabiese.
I D'Alessandro sono come i Casalesi, ma incredibilmente cavalcano ancora l'onda criminale perché non hanno subito colpi decisivi. Un vero cancro. Vicinanza conosce bene questo scenario e i suoi perniciosi effetti, ma ha fiducia nella possibilità di risollevare Castellammare unendo le forze migliori, le tante persone perbene, le donne, i giovani, i più capaci insomma. Dunque ha accettato una sfida impegnativa ed è riuscito - per la sua particolare attitudine al dialogo e alla mediazione - nell'impresa di federare tutto il centrosinistra con Pd e Cinque Stelle nelle 14 liste a suo sostegno, mentre il candidato della Destra, Mario D'Apuzzo, ne ha dalla sua 10. Sono in tutto circa 570 candidati, il record di uno ogni 80 elettori circa, in rapporto al numero dei votanti. Si contendono i voti quartiere per quartiere, strada per strada. Gli aspiranti sindaci sono solo due e quindi non ci sarà ballottaggio. Vicinanza spiega così il ritorno nella sua Castellammare, l'ex roccaforte operaia in cui il Pci e la Dc se le davano di santa ragione. Di tutto questo fervore politico, oggi, non resta neanche l'eco. «Realizzarsi nella vita professionale - argomenta - quasi sempre comporta la rinuncia all'impegno politico diretto. Ora posso farlo e tante persone di valore si sono riunite intorno alla mia candidatura per dare una mano nella città di origine. Sono competenze e risorse da sfruttare, persone alle quali ci si può rivolgere per uscire da una angusta visione municipalistica. Castellammare deve valorizzare le sue risorse e attrarre investitori». Come sarà possibile farlo? «Con una programmazione che superi l'attuale, diciamo così, "anarchia creativa", e faccia sviluppare l'economia locale». Puntando su quali settori? «Innanzitutto quelli noti, il turismo e la cantieristica, sollecitando Fincantieri e governo a realizzare il bacino di costruzione di navi di grosso tonnellaggio. Li sfidiamo a investire davvero, senza chiacchiere. Se ci riusciamo, le commesse fioccheranno e porteranno tanto lavoro. Il cantiere va difeso con l'innovazione, senza battaglie di retroguardia. E poi bisogna partire dalla balneazione, Gli scarichi fognari sono stati intercettati e il lungomare stabiese sta tornando pulito. È una enorme risorsa, che attira tanta gente dai Comuni vicini. Recuperiamo il mare per questa cittadinanza privata ingiustamente per cinquant'anni della sua ricchezza. La stragrande maggioranza dell'arenile diventerà spiaggia libera attrezzata. Penso a un Parco del mare, con la Villa e l'arenile. Vicino, a pochi metri, c'è la funivia per il Faito. Non dobbiamo scoprire niente. Nessun'altra città del golfo di Napoli può vantare questa offerta turistica, solo che devi governarla, programmando il processo. Un sistema di parchi urbani - quelli delle Antiche Terme, del Solaro, del San Marco, Orti di Schito e Boschi di Quisisana - porterà benessere e migliorerà la qualità della vita. Gli Scavi di Stabia sono straordinari ma non abbastanza conosciuti: penso a un sistema di navette per portare visitatori in questi siti meravigliosi ma isolati. Voglio lavorare con la Soprintendenza di Pompei per il Parco archeologico di Varano. La comunicazione va migliorata per fare conoscere questi tesori». Oggi, però, basta mettere semplicemente piede a Castellammare per scoprire un traffico ingovernabile. «Vero. La situazione in certe ore è infernale. I parcheggi sono pochi rispetto alla domanda dei cittadini e dei tanti visitatori in arrivo. Uno, alla Ferrovia, bisognerà ampliarlo. Individuando al tempo stesso nuove zone di sosta, che ci sono nel territorio cittadino. La stessa stazione delle Ferrovie dello Stato va salvaguardata, la linea storica non va dismessa ma ammodernata, facendo le scelte migliori in termini di mobilità. Al tempo stesso, rimanendo sui trasporti, dico no al sottopasso della Circumvesuviana nella stazione di via Nocera. Possono essere studiate altre soluzioni progettuali senza paralizzare per anni la circolazione. La città merita rispetto, scelte così importanti vanno concordate tra il Comune e gli stabiesi. Ed è fondamentale che Castellammare recuperi il peso politico perduto». Un'impresa. Come? «Rafforzando i legami con la Città metropolitana e la Regione. Abbiamo già dato un forte segnale ricompattando il centrosinistra. Da soli, senza rapporti istituzionali forti con gli enti locali e con il governo, non si va da nessuna parte. Ci tengo molto a riunificare storie, culture, lacerazioni politiche nella mia città. È un lavoro di ricucitura, spesso anche di rapporti personali». La camorra sta sempre lì. «Una delle ragioni che mi hanno spinto a candidarmi è proprio lo choc dello scioglimento per mafia. La camorra va tenuta fuori dal Comune e combattuta con più agenti in strada, telecamere, ma soprattutto indagini serrate delle forze dell'ordine e della magistratura. Bisogna fare di più, ma io ho fiducia».
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