sabato 28 giugno 2025

Giorgio Zinno "Mi candido alle Regionali, ma è follia far dimettere noi sindaci..."

di Alessio Gemma - La Repubblica Napoli

«Mi candido al consiglio regionale. Sono costretto lunedì a dimettermi da sindaco. Me lo impone una norma regionale. Non c'è ancora la data del voto, ma io devo lasciare la mia città senza guida 4 mesi prima. Follia». Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano, annuncia la sua corsa alle Regionali tra le fila del Pd. Una scelta che, come altri sindaci, vive in queste ore con una pistola puntata alla tempia: se non lascia la fascia tricolore "almeno 60 giorni prima della scadenza della consiliatura regionale", è ineleggibile. Dead line calcolata: 30 giugno. Con scioglimento del Comune. È pronto alle dimissioni per candidarsi alle Regionali anche il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto. Il Viminale ha scritto 5 giorni fa che la norma regionale "presenta profili di illegittimità: discriminatoria nei confronti dei sindaci, limita indebitamente la possibilità di partecipazione alla vita politica regionale, creando una disparità ingiustificata tra i vari attori politici". C'è il rischio che il governo impugni la legge regionale davanti alla Consulta. Ma intanto le elezioni sono imminenti. E monta la polemica per il "raggiro" pensato da alcuni sindaci: non dimettersi, ma farsi dichiarare decaduti dal consiglio comunale per evitare lo scioglimento. È successo già a Casalnuovo. Zinno, scade da sindaco nella primavera del 2026. Le Regionali dovrebbero celebrarsi a novembre... «Sì, ma prima di questa norma, il sindaco per candidarsi alla Regione si dimetteva un giorno prima della presentazione delle liste: 30 giorni prima del voto. Adesso mancano 4 mesi alle Regionali. Ingiusto che riguardi solo noi sindaci mentre gli altri possono candidarsi liberamente».

 

Altro paradosso: si dimette senza sapere neanche chi sarà il suo candidato presidente... «Il terzo mandato non ci sarà, avremo un centrosinistra largo, per continuare quello che di buono si è fatto in questi anni in Regione. Dopo dieci anni da sindaco, l'incarico più bello che esiste, penso di assurgere a un ruolo diverso per dare una mano anche alla mia città» Era favorevole al terzo mandato di Vincenzo De Luca? «Personalmente credo che siano i cittadini a dover scegliere, invece il mio partito ha una impostazione diversa. E non avrebbe autorizzato il terzo mandato. Io rispetto la decisione del partito» Pronto all'alleanza e a un candidato 5 stelle? «Se me l'avesse chiesto 6-7 anni fa, l'avrei ritenuta una follia. Oggi i 5 stelle sono cambiati, sono maturati. Chiaro che vorrei un candidato del Pd. Ma se l'accordo è nazionale, non posso che seguire la linea». A San Giorgio i 5 stelle sono all'opposizione... «Sui territori ci sono ancora frange del M5s con una visione limitata, ma per fortuna il movimento è andato avanti, ha capito che la pubblica amministrazione è responsabilità e non proclami inutili». Lei fa parte della corrente dem di Mario Casillo, avversari al congresso di Elly Schlein. Queste Regionali rimescoleranno le posizioni nel Pd campano? «Sono uomo di partito, la linea politica è quella che viene fuori dai congressi e la si segue. In Campania buona parte di eletti e militanti del Pd ha votato Bonaccini. Significa che esiste una sensibilità diversa che va ascoltata nel partito e mi auguro sia sempre così. Poi siamo tutti nella stessa famiglia» Ma il partito in regione è commissariato. «E credo sia il momento di dare la parola agli iscritti, quanto prima bisogna individuare un segretario che sia espressione del territorio» Lei è stato primo sindaco in Italia a utilizzare col suo compagno la legge sulle unioni civili. Porterà anche queste istanze in Regione? «Mi sono sempre fatto valutare per il mio impegno e non per le mie idee in campo sessuale. La diversità non è determinante per essere un buon amministratore». di alessio gemma Per correre in Regione a Ercolano lascia anche Ciro Buonajuto Il Viminale: "Norma regionale illegittima" " Giorgio Zinno è stato eletto sindaco due volte sindaco di San Giorgio a Cremano: nel 2015 e nel 2020 Si dimetterà a pochi mesi dalla fine del secondo mandato.

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