Vico Equense - Al Museo Mineralogico Campano di Vico Equense il neolitico si fonde con il surrealismo. Il cammino dell'uomo verso sempre più complesse e variegate espressioni artistiche si potrà ammirare fino al 30 settembre, al primo piano del complesso seicentesco della Santissima Trinità e Paradiso, grazie agli esemplari della sezione antropologica del Museo e alle diverse forme in cui si è espresso il genio di Salvador Dalì. “Nella sala laterale del Museo – ci spiega Umberto Celentano (foto), direttore del Museo Mineralogico - spicca un'incisione rupestre proveniente dal deserto libico in cui con forme stilizzate ed eleganti è rappresentata un'antilope, erbivoro che caratterizzava la savana ora occupata dal Sahara. L’eccezionale testimonianza artistica, risalente ad oltre 5 mila anni fa, è uno degli esemplari della collezione donata nel 2002 al Museo dal geologo Angelo Pesce e dalla consorte Elvira Garbato di cui fanno parte decine di amigdale (asce da pugno), asce, raschiatoi in selce, punte di freccia, ed altri strumenti litici dell'industria sahariana del paleolitico e del Neolitico. Altro esemplare di rilievo – continua Celentano - di questa vetrina è una ciotola di argilla con incise raffigurazioni geometriche cuneiformi, mentre il progresso creativo dei nostri progenitori è abbinato a fossili di animali della preistoria come il mammut di cui si possono ammirare una zanna proveniente dalla polonia, un molare rinvenuto nel Mare del Nord (Olanda) e un ciuffo di lunghi peli estratti dal permafrost della Siberia”. Se in questa sala del Museo si integrano l'evoluzione creativa dell' uomo e quella della natura attraverso fossili eccezionali di tutto il mondo, tra cui reperti di dinosauri, nelle altre si fondono con la genialità di Salvador Dali. Nella sala delle Colonne in 8 vetrine di preziosi gioielli ideati del maestro catalano sono inseriti minerali di varie classi con campioni (cristallo di quarzo, oro, argento, malachite, lapislazzulo, ecc.) presenti nei monili e nelle sculture in argento o oro di Dali.
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