martedì 27 gennaio 2009

«Troppo cemento dove non si doveva»

Crolli a ripetizione. «È una fortuna che siano così pochi», Franco Ortolani, ordinario di Geologia alla Federico II e direttore del dipartimento di Pianificazione e scienza del territorio, ha svolto numerosi studi sul caso. Professore Ortolani, crolli e cedimenti in sei giorni sono pochi? «È la normale predisposizione al dissesto di una natura in condizioni così precarie». A rischio coste, case e anche vite. «Il problema esiste perché strade e insediamenti abitativi sono stati realizzati dove il cemento non sarebbe dovuto arrivare». «Se non avessimo occupato ogni angolo del territorio non avremmo avuto il dissesto?» «Non così massiccio, forse. E comunque nessuno se ne sarebbe accorto». In questo momento la situazione sembra difficile soprattutto in penisola sorrentina. «È un’area molto delicata. Fin dall’anno mille l’intuizione di terrazzare i costoni ha consentito la conservazione dei sedimenti vulcanici e ha stabilizzato i versanti oltre a fornire terreno da coltivare. Ma la contropartita è alta: la manutenzione deve essere costante. Per questo già molti anni fa proponemmo per la penisola una legge regionale speciale per la conservazione delle terrazze, che poi sono una difesa idrogeologica». Quanto incide la pioggia? «È un aggravante». L’area paga anche anni di abusivismo edilizio e di incendi. «I roghi sono la minaccia più grave. Ma le soluzioni per salvare il territorio distrutto dal fuoco esistono: laghetti artificiali nella parte più alta dei Lattari per rendere più veloci e meno costose le operazioni di spegnimento da parte degli elicotteri; circoscrivere la zona finita in cenere e creare dei valloni che possano contenere le colate di detriti». Perché soltanto dopo un incendio? «Con le piogge la cenere impermeabilizza il terreno. Il rischio di colate di fango e detriti è quindi elevato». È possibile difendersi? «Con circa 6mila euro è possibile acquistare un pluviometro collegato a una sirena che dà l’allarme in caso di pericolo. Ma questo è un discorso che chiama in causa la Regione e i fondi, ma soprattutto i Comuni perché abbiano centri di protezione civile adeguati». In Costiera è in costruzione un nuova galleria. Le trivellazioni potrebbero essere causa di tanti crolli? «Se vengono usate le strumentazioni giuste non dovrebbero esserci danni». (r. p. il Mattino)

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