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Le operazioni di schiodamento dalla poltrona del
Villari hanno l’ennesimo colpo di scena. Il nostro Riccardino ha un asso nella manica. In molti, infatti, pensano che quella di Fini e Schifani sia stata una forzatura e che, se volesse, potrebbe impugnare la lettera di revoca. Lui ci pensa e convoca la Vigilanza. Nonostante lo scioglimento della commissione disposto dai presidenti di Camera e Senato, ha riunito lo stesso l’organismo bicamerale insieme a
Marco Beltrandi e
Luciano Sardelli. I partecipanti, quindi, hanno approvato un documento e autorizzato Villari a sollevare il conflitto di poteri tra organi dello Stato per conto della commissione. Secondo il verbale della riunione, secondo «l’articolo 61 u.c. della Costituzione, come recepito dall’art. 3 co. 2 del Regolamento interno, quest’organo conserva le proprie funzioni ed attribuzioni, già compiutamente esercitate, con la designazione di presidente, vicepresidente e segretario, fino all’insediamento di altro organo con pari poteri». Inoltre, «alla Commissione è garantita autonomia nei confronti di tutti gli altri organi di rilievo costituzionale, essendole assicurata una funzione di garanzia della libertà di informazione». Come si legge ancora, «tale autonomia è ribadita dal dato normativo che affida ai presidenti delle Camere la designazione dei componenti, con il duplice vincolo che siano di numero pari per i due rami del Parlamento e che sia garantita la rappresentanza di tutti i gruppi parlamentari» e che «il grado di autonomia della commissione risulta violato dagli atti recentemente posti in essere, con lettera provvedimento, dai presidenti delle due Camere, con i quali, su conforme parere delle competenti Giunte per il regolamento, sono stati revocati i componenti ancora in carica e disposto lo scioglimento di quest’organo». In forza di ciò, la Vigilanza ha deliberato «di sollevare conflitto di attribuzioni ai sensi dell’art. 134 Costituzione nei confronti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. Il Presidente è autorizzato a conferire il relativo mandato».
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