giovedì 3 giugno 2010

In 8 Comuni si sono perse 18mila preferenze e 22 consiglieri, parla Cacciola

Comuni, la fuga degli elettori: “Basta liti, nessuno ci segue più”

Provincia di Napoli - Fare il responsabile enti locali per il Pd non deve essere certo il lavoro più invidiato del mondo, soprattutto in questo momento. Sono i numeri a dirlo: tra una tornata elettorale e l’altra, nelle otto città della provincia in cui il Pd poteva vantare più carte da giocare, il partito ha perso circa 18.000 voti, costati ben 22 consiglieri comunali. A Napoli, l’ingrato compito di tappare il buco dell’emorragia di consensi lo ha Ciro Cacciola. Città che va, guaio che trova. Persino in quei pochi comuni dove il Pd rimane al governo, gli si riservano grane da far drizzare i capelli. Ma è abituato alla lotta e, tanto per iniziare, si rende conto che “per risalire la china, bisogna ripartire proprio dalle nostre città. Solo in questo modo possiamo cominciare a recuperare consensi: facendo le cose che, come abbiamo dimostrato negli anni passati, sappiamo fare meglio degli altri: amministrare”. A ben vedere, è anche il punto della questione politica che più preme a Cacciola. “Bisogna mettere nelle condizioni di governare i nostri sindaci. Non bisogna andare appresso a discussioni sterili, autoreferenziali, lontane dai problemi dei cittadini. Altrimenti non torneremo mai a riallacciare con loro un sano rapporto di fiducia e un centrodestra francamente improbabile, come quello di Castellammare, sarà chiamato ad assumersi responsabilità per le quali non ha competenze”. A dirla tutta: Cacciola è convinto che in parecchi casi, i cittadini abbiano voltato le spalle al Pd “non perchè abbiano trovato più convincente la proposta politica del centrodestra, ma giusto per punirci”. E quindi: è arrivato il momento di dimostrare di aver capito la lezione. Magari, è l’auspicio del dirigente regionale, cominciando a celebrare un congresso provinciale unitario: “Il segretario che verrà - è il ragionamento - deve avere la forza di prendere una decisione sui vari casi che gli si presenteranno davanti senza il timore di essere boicottato”. Già, i casi del Pd sono sotto gli occhi di tutti. Napoli. La Iervolino, mentre il governo di centrodestra chiede sacrifici agli italiani, dà il via al valzer delle nomine nelle partecipate: “Erano nomine legittime, che bisognava rinnovare per la scadenza naturale dei termini. Si poteva aspettare i cda a 3 anziché 5 consiglieri? Forse sì, ma si può sempre fare”. Castellammare. “Qui il Pd ha appena celebrato un congresso unitario sebbene tra qualche difficoltà. Ora, bisogna mettersi a lavoro sui temi che interessano gli stabiesi, senza più polemiche interne”. Pompei. “Il sindaco D’Alessio ha annunciato il suo passaggio all’Udc dicendo che il Pd è diventato un partito troppo di sinistra. Beh, devo dire che se si va a vedere la provenienza politica della maggior parte dei nostri amministratori questo dato è smentito”. Il partito ora passerà all’opposizione? “E’ una cosa da valutare. Che la dirigenza cittadina soprattutto dovrà prendere in esame”. Torre Annunziata. “Sul caso di Torre io penso due cose principalmente. La prima: bisogna sempre tenere in mente che noi miriamo alla governabilità. I sindaci non devono restare imprigionati nelle discussioni interminabili del centrosinistra. Non si può spendere la vita in questo modo. Secondo: credo che sia giusta la riflessione del Pd locale secondo la quale, dopo la sconfitta alle regionali, bisogna cambiare scenario. Negli ultimi giorni, penso che si siano fatti passi in avanti in questo senso col confronto che si è innescato. Ma, ripeto, tutti i nostri sindaci devono essere messi nelle condizioni di governare” Portici. “Qui c’è da dire solo una cosa: le inchieste della magistratura è giusto che vadano avanti. E’ il nostro pensiero per Portici come per tutti gli altri casi, che ci vedono o no coinvolti. Ognuno deve fare il proprio lavoro”. (Giovanni Santaniello Metropolis)

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