Vico Equense - Per me non c’è 25 dicembre che si rispetti senza “Natale in Casa Cupiello”. I tre atti dell’opera di Eduardo De Filippo sono un capolavoro assoluto. Sarò arretrato mentalmente ma ogni anno devo ascoltare la frase tormentone, che Luca Cupiello rivolge al figlio Nennillo: “Te piace ‘o presepe?” La risposta di Nennillo è sempre negativa, tranne che nel finale dell’opera… Uno spettacolo immortale che attraverso l’umorismo racconta sulla scena la commedia umana, divertendo, ma facendo anche riflettere. I personaggi napoletani che fanno parte della tradizione, che in questo periodo vanno in scena, sono tanti. Come "Razzullo e Sarchiapone" dalla "Cantata dei Pastori". Chiunque di noi avrà sentito, almeno una volta nella vita, il termine “Sarchiapone” chi si ritiene essere goffo e credulone. Sebbene il termine compaia per la prima volta nel “Cunto de li cunti” di Giambattista Basile, datato intorno al 1634-36, esso diventa famoso solo nel 1958 grazie a una celebre scenetta di Walter Chiari e Carlo Campanini. I due si trovano nell’affollata carrozza di un treno e Campanini inizia ad armeggiare con una gabbietta coperta da un telo, sostenendo che all’interno vi sia un sarchiapone americano. Walter Chiari, fingendo di sapere cosa fosse, inizia una conversazione con Campanini in cui elenca dettagliate caratteristiche dell’animale sperando di beccarne qualcuna a caso. Nel corso della conversazione, tuttavia, tra una smentita e una nuova ipotesi, le caratteristiche dell’animale si fanno sempre più spaventose al punto tale da terrorizzare tutti i passeggeri e indurli a cambiare carrozza.
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