Vico Equense - Servono i controlli per far sì che le ordinanze non rimangano solo parole e intenti. I maremmani e i cani da gregge continuano ad aggirarsi indisturbati lungo le strade del Faito. Lo scorso 6 novembre il sindaco di Vico Equense ha emanato un provvedimento mirato a vietare l'introduzione di "animali non autoctoni" sulla montagna fino all'adozione di un apposito regolamento per disciplinare le attività di pascolo e allevamento. Al seguito degli animali da pascolo, spiegava il primo cittadino nell'ordinanza, «vi sono cani di razza presumibilmente maremmana, pastori del Caucaso ed altri meticci di grossa taglia, che con la loro spiccata aggressività limitano la fruizione dei luoghi costituendo un grave pericolo per la pubblica incolumità di residenti, turisti e di avventori». Una disposizione chiara, che traeva spunto anche dalle due recenti denunce ad opera di una coppia di escursionisti napoletani e di cinque turisti francesi aggrediti dai cani randagi. Un segnale forte, a cui tuttavia non sembrano aver fatto seguito i dovuti controlli sull'area, visto che i maremmani continuano ad aggirarsi indisturbati facendo irruzione tra i tavoli del bar Belvedere, punto di ritrovo di coloro che in questi giorni hanno scelto Faito per i pranzi delle festività natalizie. I randagi di grossa stazza sono entrati nella veranda coperta alla ricerca di cibo, spaventando i clienti che sono scappati via. Quello dei maremmani in verità è un problema che si trascina da anni sul monte Faito e che sta ora diventando un ostacolo per la rinascita e lo sviluppo delle attività che si potrebbero realizzare. L'emergenza legata alla loro presenza non si è arrestata. Branchi di cani continuano ad attraversare i sentieri e le piazze del Faito, impedendo di fare trekking, passeggiare e in generale di vivere una giornata all'aria aperta senza preoccupazioni
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