giovedì 9 ottobre 2008

Linee d’indirizzo per la funzione di addetto stampa

Vico Equense - Dalle parole alla stampa, dai giornali alla radio, dalla radio alla tv, dalla tv ad internet: la comunicazione si muove di pari passo con la modernità, anzi la comunicazione è modernità. Da qualche anno a questa parte il ruolo dell’addetto stampa è cambiato ed è diventato ancor più importante rispetto a prima soprattutto in considerazione delle nuove forme che la comunicazione stessa ha assunto a partire ovviamente da internet che ha sconvolto, in tutto e per tutto, quelli che erano i canoni mediatici di un decennio di anni fa. L’addetto stampa, assume un’importanza fondamentale perché se esistere è comunicare allora bisogna cercare di mandare all’esterno messaggi positivi, segnali concreti e tangibili della propria attività. La difficoltà è conciliare comunicazione istituzionale e comunicazione politica che spesso faticano a convivere all’interno delle Pubbliche Amministrazioni perché l’ultima tende ad avere il sopravvento sulla prima e a tingersi dei colori della propaganda. La legge che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni che regolamenta la figura dell'addetto stampa è la n°150 del 2000. La Giunta Comunale con delibera n° 193 del 26 settembre 2008 ha definito le linee di indirizzo per la funzione di addetto stampa, portavoce e budget di spesa. Come ogni professione, bisogna essere forniti di una laurea specialistica, iscritti all’albo e aver già svolto l’attività di addetto stampa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Proprio per questo l'addetto stampa può e deve essere criticato, in quanto "megafono" della parte politica che lo ha scelto e non si deve arrabbiare, come ha fatto la dott.ssa De Rosa, di alcune cose che le sono state dette (ovviamente tutte cose che si sono mantenute nei limiti della correttezza, altrimenti la De Rosa avrebbe già fatto partire le querele).
Quindi, una volta scelto il campo, si stia in ballo a ballare, si accettino le critiche e anche gli sfottò e questo sito non censuri le critiche alla De Rosa.
Grazie.

Anonimo ha detto...

E' vero proprio il contrario: l'addetto stampa non è il megafono della parte politica che lo ha scelto, e difatti l'ufficio stampa è retto - per legge- da giornalisti iscritti all'albo, nella maggior parte dei casi con contratto di dipendenza contrattuale dall'amministrazione. Lo status di giornalista impone il rispetto della deontologia, della verità dei fatti, della verifica delle fonti. L'inadempimento a queste elementari regole della professione di informatore può essere sanzionato dagli organi vigilanti dei giornalisti. La dipendenza dell'addetto stampa dal vertice dell'amministrazione è funzionale non gerarchica; nel senso che non si può chiedere ad un giornalista di propalare o scrivere una cosa non vera o addomesticata da interessi di parte, e se egli dovesse rifiutarsi di comunicare "carte false" non verrebbe meno al dovere di fedeltà nei confronti del vertice dell'amministrazione.
Cosa diversa è il portavoce -anch'essa figura regolata per legge-: non deve necessariamente essere iscritto all'albo dei giornalisti e nella sua temporanea funzione è la voce del vertice dell'amministrazione e non dell'ente nella sua interezza. Neanche il portavoce ha il compito di propaganda politica, ma certo il suo ruolo, se si vuole vederla da questo punto di vista, è più orientato a comunicare le scelte della struttura apicale che lo ha nominato e non, come invece è nei compiti e nei doveri dell'addetto stampa, tutte le attività dell'amministrazione. Piccole precisazioni, anche se mi pare che alcuni facili commentatori di uffici stampa in realtà siano un po' a digiuno della materia. Ca va sans dire...