«Gli studenti in piazza? Hanno ragione. Il decreto Gelmini? Da ritirare subito». Il ministro ombra delle Politiche giovanili, Pina Picierno, non ha dubbi. «Esprimo tutto il mio sostegno agli studenti e condivido pienamente le ragioni della loro mobilitazione. Il Pd ritiene il disegno di legge proposto dal ministro Mariastella Gelmini una vera e propria scure e ne chiede il ritiro». Perché è una scure? «Più che un decreto di riforma ha tutta la fisionomia di una manovra economica che fa cassa sulle nuove generazioni e sul loro futuro. Inoltre, si è voluto evitare un confronto con l'opposizione con una prova muscolare basata sull'autoritarismo. Si parla del futuro del paese e un simile atteggiamento è inaccettabile». Le occupazioni potranno cambiare davvero le cose? «Trovo positiva la mobilitazione e le rivendicazioni pacifiche degli studenti. Il presidente del Consiglio Berlusconi li ha definiti "facinorosi", ma non è vero, sono solo dei ragazzi che manifestano per il proprio diritto allo studio e continueranno a farlo. La riforma disegna una scuola e un'università impoverite dal taglio dei fondi del finanziamento ordinario e, di conseguenza, da convertire in fondazioni di diritto privato come prospettato dalla legge 133». La Campania conta sette atenei, troppi secondo il filosofo Biagio De Giovanni. «Siamo contrari a una crescita esponenziale e un eccesso nella provincializzazione degli Atenei. Questi ultimi sono luoghi di crescita in cui si crea e si diffonde conoscenza, bisogna scegliere la strada della qualità e dell'eccellenza. Secondo noi scuola e università non vanno bene così come sono, ma c'è bisogno di una riforma vera». Come si potrebbe arrivare a riformare davvero la scuola e l'università? «Gli studenti universitari attendono da anni una legge per il diritto allo studio e con il Federalismo si rischia che la residenza diventi un discriminante. Per la scuola, grembiulino e maestro unico non compenseranno 8 miliardi di euro di tagli». I giovani che manifestano in piazza si appellano alla partecipazione dei docenti e della città. È giusto che tutti partecipano e prendano posizione? «Assolutamente sì, e mi pare che stia già avvenendo. Ho visto cortei fatti di mamme, bambini e nonni. Una risposta eterogenea è inevitabile: stiamo discutendo della qualità e del futuro del nostro paese». (Fuani Marino da il Corriere del Mezzogiorno)
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